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novella xxv 339

Udendo l’altro fratello il vero e fedelissimo consegno che lo sfortunato suo fratello amorevolmente gli dava e conoscendo non ci esser altra via a salvarsi, dirottamente si mise a piangere né sapeva risolversi a ciò che far devesse. Troppo empia e sceleratezza senza fine grande stimava a divenir del proprio ed unico suo fratello micidiale, ed in modo alcuno accordar non vi si poteva deliberando correr una medesima fortuna col preso fratello. Ma l’altro tanto gli predicò e si lo seppe persuadere che a la fine, avvicinandosi l’aurora e stringendogli i cintolini a dosso, egli tuttavia amarissimamente lagrimando al prigione con un coltello tagliata la testa e nei panni del morto involta, carco d’oro, sovra modo dolente, fuori usci e le pietre al luogo loro maestrevolmente rimise. Tornato a casa pieno di lagrime, il successo pietoso caso a la madre contando, quella colmò di pianti e di sospiri. Seppellirono poi il teschio in casa e le sanguinolenti vesti lavarono. Il re, la marina dentro il luogo del tesoro entrato, veggendo l’ignudo corpo senza testa rimase stordito e non veggendo segno alcuno né vestigio del ladro che comprender si potesse nessuno essere in quel luogo entrato, non sapeva che imaginarsi. Risguardato poi diligentissimamente il corpo e per tutte le parti ben considerato e non potendo conoscer fattezza che si fosse, era per uscir di se stesso, perciò che avendo ritrovati i suggelli delle serrature intieri e per le finestre, che di spesse e fortissime ferrate erano concie ed in parte alcuna non tócche, sapendo che entrar non si poteva, non sapeva altro imaginarsi se non che ci fosse alcun mago che per via d’incantesimi avesse i suoi tesori involati. Del che ne restava molto di mala voglia. Fatto poi cavar il corpo e messo in publico e promesso gran premio a chi conosciuto l’avesse, fu esso cadavere da molti considerato; ma nessuno al vero s’appose già mai. Fece alora il re, molto lontano dal ricco edificio in un praticello vicino a la strada publica alzare un paio di forche e sovra per i piedi appiccarvi il cadavere, e vi pose sei uomini a la guardia, strettissimamente a quegli comandando che con buona custodia di giorno e di notte l’impiccato guardassero; minacciando loro che se quel corpo gli era involato, che egli tutti li farebbe senza pietà porre