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336 parte prima

che l’opera dei medici non gli recava punto di conforto o di profitto e che di quella infermità gli conveniva morire, chiamati a sé dui suoi figliuoli che senza più aveva, a quelli puntalmente l’inganno de l’edificio e come i marmi si devessero levare e poi riporre con molte parole manifestò, e non molto dapoi se ne mori. I figliuoli, che erano giovini e desiderosi in poco di tempo e con poca fatica d’arricchire, morto il padre, non tardarono troppo, presi i loro ordigni, di metter in essecuzione il metodo loro. Il perché una notte andarono al luogo e fatta esperienza de la cosa, molto facilmente le ingannevoli pietre smossero de l’ordine loro e dentro il ricco albergo se n’entrarono, involando quella quantità d’oro che più loro fu a grado. Racconcie poi le pietre come di prima stavano, carchi di preda a casa ritornarono. Aveva per costume il re assai spesso tutto solo entrar in quella ricca stanza e quivi per buono spazio di tempo diportarsi pascendo la vista de la varietà de le medaglie de l’oro, de le monete, dei vasi d’oro maestrevolmente fabricati e de la copia de le gemme che quivi dentro erano, tenendosi esser beato in terra e non aver re alcuno che tanto oro possedesse. Soleva poi, quando ambasciatori d’altri prencipi a casa gli venivano o vi capitavano personaggi alcuni di grado, la prima cosa che faceva, condurgli al predetto luogo e mostrar loro i suoi grandissimi tesori. Era certamente cosa di meraviglioso piacere a contemplar la copia grandissima di tanto oro quanto quivi in mille modi lavorato dagli orefici si vedeva, perciò che v'erano statue di puro oro, d’alcuni dei re passati rappresentanti l’effigie, con le corone d’oro carche de le più ricche e preziose perle e gemme che l’Oriente mandi. V’erano poi tutti i dèi formati in quelle figure ne le quali per paura si trasformarono quando per la tema che ebbero dei giganti, come fingono gli antichi, se ne fuggirono in Egitto, e chi si nascose sotto la forma de la simia, chi del cane, chi de la cicogna, chi del becco, chi del cocodrillo, chi del gatto e chi degli altri animali. V'era Anubi, dio dagli egizi molto onorato, con capo di cane. V’era Iside e tutta la favola sua, quando di donna fu trasformata in vacca e, poi che Mercurio ebbe ucciso Argo, fu per comandamento di Giove data