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novella ii 27

maggior eguale. Onde fatta questa deliberazione trovò la figliuola e sí le disse: — Figliuola, il mio re m’ha fatto far comandamento che io gli mandi una de le mie figliuole la piú bella, ma per qualche mio conveniente rispetto che ora non accade dirti, io vo’ che tu sia quella che ci vada. Ma avvertisci bene e fermati ne l’animo di non dirgli mai che tu sia la men bella, imperò che il tacere ti recherá profitto grandissimo, e il manifestarti a me sarebbe di danno irreparabile e forse causa di levarmi la vita. Ben è vero che, come sentirai che tu sia gravida, tu non dirai parola a persona, né segno alcuno farai di gravidezza, e come sarai ben certificata d’esser gravida e vederai di modo crescer il ventre che piú non si possa celare, alora con quel modo che piú ti parrá convenevole farai intendere al re che la tua sorella è molto piú bella di te, e che tu sei la minore. — La giovane che intendente e avveduta era, udita la voluntá del padre e capace fatta del dissegno di lui, promise di far quanto le era imposto. E cosí, insieme con l’araldo, con onorevol compagnia fu condutta in corte. Fu facil cosa ad ingannar il re e gli altri, perciò che, ancor che la maggior fosse piú bella, non v’era però tanta diseguaglianza, che quando la minor era senza il parangon de l’altra, che ella a tutti non paresse bellissima, ed erano poi de le fattezze tanto simili, che di leggero chi non era piú che pratico con loro non si sarebbe avveduto qual fosse la maggiore. Avevale poi Ariabarzane tenute di modo che di rado si potevano vedere. Era al re morta la moglie giá qualch’anno avanti, il perché deliberò di prender per moglie la figliuola d’Ariabarzane, la quale, ancor che non fosse di sangue reale, era nondimeno nobilissima. Onde veduta che l’ebbe, e giudicatola vie piú bella di quel che aveva per fama inteso, a la presenza dei suoi baroni quella solennemente sposò, e mandò a dire ad Ariabarzane che li mandasse la dote de la figliuola che egli aveva sposata. Ariabarzane, avuta questa nuova, lietissimo di tal successo, mandò a la figliuola quella dote che già si sapeva che egli aveva divolgato di dare cosí a l’una come a l’altra. Vi furono molti in corte che assai si meravigliarono che, essendo giá il re in etá, avesse una fanciulla presa per moglie,