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286 parte prima

molto di mala voglia, e tanto piú quanto che mai non aveva potuto farle ritenere né lettere né doni. Tuttavia deliberatosi d’averla, e veggendo la costanza di lei esser tale che se voleva di quella divenir possessore bis ignava che per moglie la prendesse, poi che molti discorsi sovra di questo ebbe fatto, conchiuse tra sé di farla al padre richieder per moglie. E ben che a lui paresse che molto si abbassava, nondimeno, sapendo quella esser d’antico e nobilissimo sangue, deliberò non ci metter piú indugio tanto era l’amore che a la fanciulla portava. Fatta tra sé questa deliberazione, ritrovò un gentiluomo messinese con cui aveva molta famigliaritá e a quello narrò l’animo suo, imponendogli quanto voleva che con messer Lionato facesse. Andò il messinese e il tutto essequi secondo la commissione avuta dal cavaliere. Messer Lionato, udita cosí buona nuova e sapendo di quanta autoritá e valore il signor Timbreo era, senza altrimenti a parenti od amici chieder conseglio, dimostrò con gratissima risposta quanto gli era caro che il cavalier degnasse seco imparentarsi. Ed essendo a casa andato, a la moglie ed a Fenicia fece intender la promessa che al signor Timbreo aveva fatta. La cosa estremamente a Fenicia piacque, e con divoto core ringraziò il nostro signor Iddio che del suo casto amore cosí glorioso fine le donasse, e in vista si dimostrava molto allegra. Ma la fortuna, che mai non cessa l’altrui bene impedire, nuovo modo ritrovò di porre impedimento a cosi da tutte due le parti desiderate nozze. Ed udite come. Divulgossi per Messina come fra pochi di il signor Timbreo Cardona doveva sposar Fenicia figliuola di messer Lionato, la qual nuova generalmente piacque a tutti i messinesi, perciò che messer Lionato era gentiluomo che da tutti si faceva amare, come colui che a nessuno cercava di dar nocumento e a tutti quanto poteva giovava, di modo che ciascuno di tal parentado mostrava grandissimo piacere. Era in Messina un altro cavaliere giovine e di nobil famiglia, detto per nome il signor Girondo Olerio Valenziano, il quale de la persona sua molto prode in su quelle guerre s’era dimostrato ed era poi uno degli splendidi e liberali de la corte. Questo udendo cosí fatta nuova