intender il fermo proponimento che di conservar l’onor nostro avete, e cosí vi essorto a perseverare, ricordandovi di continovo che come la donna ha perduto l'onore ha perduto quanto di bene possa avere in questa vita e non merita piú esser nomata donna. Ora, ciò che io ho detto di avere in animo di fare, per esser cosa d’importanza, io non lo farò, penso io, cosí tosto. Ma quando il manderò ad effetto, io vi assicuro che qui vi lascierò padrona del tutto e signora. Fra questo mezzo io penserò meglio al nostro bisogno e mi conseglierò con gli amici e parenti, e poi mi atterrò a quello che ottimo sará giudicato. Viviamo adunque allegramente. — Ora, perché insomma niuna altra cosa molestava il cavaliere, se non il dubio che aveva de la moglie, per vederla delicata, giovane e bellissima, si andava pur egli imaginando come a la sua sicurezza si potesse trovar un mezzo. E stando in cotal pensiero, non dopo molto avvenne che, essendo un giorno di brigata il cavaliero con alquanti gentiluomini e parlandosi di varie cose, vi fu chi narrò un accidente avvenuto ad un gentiluomo de la contrada, che aveva ottenuto la grazia ed amor d’una donna col mezzo d'un vegliardo pollacco, che aveva fama d’esser grande incantatore e dimorava per medico a Cuziano, città di Boemia, ove sono le vene de l’argento e degli altri metalli in grande abondanza. Il cavaliere, che non molto lunge da Cuziano aveva il suo castello, trovate sue cagioni d’andar a Cuziano a far certe sue bisogne, vi andò, e trovato il pollacco, uomo molto attempato, seco lungamente parlò, e insomma lo richiese che, secondo che ad alcun aveva porto aita a conseguir il suo amore, a lui volesse dar il modo che assicurar si potesse che la moglie non li farebbe torto e non lo manderia in Cornovaglia. Il pollacco, che era in cose d’incantesimi, come udito avete, molto pratico, gli disse: — Figliuol mio, tu mi domandi una gran cosa, la quale io mai non saperei fare, per ciò che da Dio in fuori non ci è chi de la castitá d’una femina ti possa render sicuro, essendo elle naturalmente fragili ed inclinatissime a la libidine, ché di leggero a le preghiere degli amanti si rendono pieghevoli, e poche sono che, essendo pregate e sollecitate, stiano salde. E quelle