volontaroso di giacersi con Cornelia, trovandola tutta sola in camera, che alor alora uno che aveva scaricato l’orza si partiva, se le pose a lato e la salutò. Quivi, a pena guardatisi in viso l’un l’altro, eglino si conobbero e fu la meraviglia d'ambidui non picciola. Sovrapresa in quel punto Cornelia da sdegno feminile, con viso di madrigna a lui rivolta disse: — Ben venga, ben venga il beccaio de la sua moglie e l’ingannatore di quella che tanto mostrava amare. Tu presumi da me voler piacer nessuno, cui giá lasciasti come vil sterco gettar in mare? Tu hai ardire venirmi innanzi? Va' via col diavolo, che in anima ed in corpo ti possa egli strascinare. — Sforzavasi a la meglio che puoteva il povero Marco Antonio di placarla, ma tanto mai far non seppe che ella volesse prestargli il mortaio per far salza, e cosí da lei scornato se ne partí. Egli nel vero era pur sciagurato, trovandosi in un medesimo tempo aver la moglie e l'amica in chiazzo e vedersi da tutte due negato quello che a mille mascalzoni e furfanti davano per un baiocco. Veramente ogni vituperio gli stava bene, ché essendo egli marito di bella ed onesta donna, non contento degli abbracciamenti di quella, ricercò gli altri, e, come si suol dire, voleva meglior pan che di grano. Né pertanto si vuol dir che Faustina meriti altro che biasimo, ché per cosa che le volesse far il marito, non deveva d’onesta divenir disonestissima. Ora, partito Marco Antonio da Cornelia e pensando al tempo passato, ritornò sui primi amori e piú che mai di lei s’accese. E parendogli che senza quella ei fosse senza vita, tentò con mille modi di sviarla da colui che la teneva. Il buon compagno, che da le vetture di Cornelia traeva non picciolo profitto, tenne modo, sapendo che Marco Antonio teneva una femina in chiazzo, di far intendere a quella come il suo uomo si diportava. Faustina, informatasi chi fosse colei e trovato che era Cornelia, dubitando che egli con quella un’altra volta non se ne fuggisse e parendole oggimai del marito a sufficienza essersi vendicata, deliberò a cosí lunga e vituperosa comedia por fine. Ella trovò modo, per via di certi mercadanti, di scrivere a Roma ad una sua zia, che era d’un monistero di sante donne badessa. La quale ricevute le lettere de