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novella xix 245

e ti metterei tal partito a le mani, che tu ed io insieme trionfaremo. Ma io dubito che per ogni feminuccia che vederai e che punto ti piaccia, che tu mi lascierai su le secche di Barbaria, e forse di me farai ciò che de la moglie facesti. Tu mi sembri esser di cosí poco cervello, che io non so ciò che di te mi dica. — Che vuoi che io faccia? — disse Marc’Antonio. — Forse che sí fatta cosa mi dirai, che io la vita a me perdonando, a te senza fine restarò ubligatissimo. — Vedi, — rispose alora la donna — io sono Giulia da Barcellona, che fanciulla fui a Roma condutta, e sí bene m’è avvenuto che io mi truovo qualche centinaia di ducati. Se tu vuoi giurarmi che mi farai bona compagnia, io starò a posta tua e anderemo in qualche cittá qui vicina, dove tu mi metterai a guadagnare e ci daremo il meglior tempo del mondo. — A Marco Antonio parve il partito molto buono, e giurò quanto ella seppe chiedere, promettendole la fede di esserle sempre ubidiente. E cosí di compagnia andarono a una villa assai vicina, ove, spiando il paese, conobbero che erano assai appresso a Genova. Deliberarono adunque andar lá e quivi piantar bottega, e cosí fecero. Io non so che dirmi di questo diavolo di femina: non vi pare egli che ella assai domesticamente il marito tratti? Deveva pur bastarle che era stata in nave publica meretrice, senza voler ancor che il marito in Genova le fosse ruffiano. Preghi ciascuno Iddio che da simili donne lo guardi. Vennero adunque a Genova, ed avuta una stanza nel chiazzo attesero a guadagnare. Vi so dire che Faustina fece prove bellissime del corpo suo, essendo ogni sera piú stracca che sazia. Molti dí stettero in cosí vituperoso essercizio, non parendo ancora a lei d’essersi ben vendicata del marito. Ora avvenne che ai parenti di Faustina fu per certo affermato come Marco Antonio in Genova teneva a posta sua una Giulia barcellonese nel chiazzo d’essa cittá. Il perché, avendo il letto trovato pieno di sangue e non v’essendo indizio del corpo di Faustina, ed altresí tenendosi quasi per fermo che Marco Antonio avesse menata via Cornelia, avuta questa nuova di Genova, se n’andarono al papa a querelarsi, dal quale ottennero un breve drizzato al governator di Genova. Era alora ne la