salutò, ed egli, resole il saluto, le domandò come stava madonna.
— Bene — rispose ella — al piacer vostro, e questa sera senza
un fallo v’aspettiamo. Ma per l’amor di Dio guardate a non fallire, perché madonna dorme nel mio letto, ed io nel suo insieme
con donna Menica. Per questo io non verrò altrimenti per voi,
ma quando sentirete ogni cosa cheta, venite di lungo e ricordatevi non commetter fallo. — Volendole Bernardino rispondere
non so che, sovravvennero alcuni di modo che la Pasqua se
n’andò di lungo, ed il giovine altro non disse. Venuta la notte
da tutti tre i fratelli con desiderio grandissimo aspettata, e parimente da Ferrante, messer Gregorio, che non pensava che per
esser Bernardino venuto quel di da Vinegia volesse la notte
andar fuori, con Giacomo usci di casa, e tutti dui ne l’orto entrarono, e spogliandosi lasciarono i panni sotto il pergolato
ed entrarono nel cortile per meglio conoscere quando i lumi
de la casa fossero spenti. E parendo loro che il tutto fosse queto
é nessuno piú si trovasse fuor di letto, chetamente se ne salirono di sopra ed entrarono pian piano ne la camera de la
donna, come la passata notte avevano fatto, perciò che messer
Gregorio di nuovo ingannò il fratello e lo condusse a lato a la
Pasqua, ed egli entrò nel letto con madonna Lucrezia. Ella subito
si destò e cupidamente raccolse messer Gregorio credendo tirarsi
appresso Bernardino. Ma tantosto s’avide che colui non era il
suo amante, e dubitò che Bernardino, lasciato Ferrante, un altro
compagno condotto avesse, parendole che Ferrante non devesse
aver le carni cosí morbide e cosí delicate mani come aveva
colui che seco giaceva. Era messer Gregorio giovine molto
delicato e bello di persona, se bene la sua bellezza era assai
minore de la beltá del fratello. Dolente adunque oltra modo la
donna, non sapeva ciò che si fare. Averebbe volentieri gridato,
ma temeva svergognarsi con la vecchia. Pensando poi che forse
colui che seco giaceva si credesse d’esser appo la Pasqua, alquanto
alleggeriva l’acerba sua doglia, e cosí freddamente si lasciava
godere, senza altro dire, a messer Gregorio, il quale avvedutosi
che la donna de l’inganno s’accorgeva, tra sé ridendo attendeva
a darsi piacere. La Pasqua, accortasi anco ella che colui che