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novella xv 191

uomini si concede, non a noi che a pena a l’ago ed al fuso siamo bastanti. Primieramente di casa ci partimmo per far conoscere che i nostri mariti non erano stati omicidi, non pure di messer Aloise, che è qui, ma anco di nessun altro, ed a questo avevamo sufficiente e degna testimonianza. Ma in ciò affaticarsi non bisogna, levandoci in tutto la fatica che accader poteva la presenza di messer Aloise, né altro si sa che sia stato ucciso. Restaci una cosa, la quale è che la mia madonna Luzia ed io riverentemente supplichiamo il serenissimo prencipe, che degni con il favore ed autoritá sua e di questi eccellentissimi signori reconciliarne con i mariti nostri e far che da loro impetriamo pace, quando averemo lor fatto toccar con mano che noi siamo le offese ed essi gli offensori, e che tanto è stato il nostro errore, se error perciò si può dimandare, quanto vollero eglino che fosse. E per venire a la conchiusione dico cosí, che mai sí garzona non fui, ch’io non sentissi dire a la buona memoria di madonna mia madre, che molto spesso le mie sorelle e madonna Luzia con noi, che nosco fu nodrita, ammaestrava di varie cose, che tutto l’onore che possa far la moglie al marito consiste in questo, che la femina viva onestissimamente, imperò che senza la pudicizia non deverebbe la donna rimanere in vita, e tanto piú quanto che come si sa che la moglie d’un gentiluomo o d’altri faccia del corpo suo copia ad altrui, ella diventa femina del volgo e vien mostrata per tutto a dito, ed il marito anco viene biasimato e schernito da tutti, parendo che questa sia la maggior ingiuria e scorno che da la moglie riceva l’uomo, e il piú vergognoso vituperio che a le case si faccia. Il che conoscendo noi, e non volendo che gli stracurati e sfrenati appetiti dei nostri mariti quelli recassero a disonesto fine, con fedele e lodevol inganno facemmo quella provigione che a noi parve il minor male. So che non accade che qui si racconti la nemicizia che da molti anni in qua tra i padri dei nostri mariti e tra loro poi malamente è stata, perciò che a tutta la cittá nostra è notissima. Onde noi sin da la culla insieme nodrite, poi che ci avvedemmo de la nemicizia dei mariti, facemmo di necessitá vertú, eleggendo piú tosto mancar de la