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novella xv 183

suo, uomo ricchissimo e d’ottimi costumi, si fosse abbassato a cosí vile ed abominevol vizio di rubare. Onde cominciò varie cose fra l’animo suo a rivolgere, ed avuto modo di far segretissimamente parlare al nipote, fece tanto che da lui ebbe la veritá del fatto. Da l’altra parte Anselmo e Girolamo, domandati dai ministri de la Signoria a questo deputati quello che in casa l’uno de l’altro a simil ora andassero facendo, confessarono che, avendo piú volte veduto Aloise Foscaro passar per dinanzi le case loro da ore non convenevoli, che a caso quella notte, l’uno non sapendo de l’altro, videro che lá s’era fermato, e credendo di fermo ciascuno che per la sua moglie ci fosse venuto, che uscirono fuori ed in mezzo il presero e l’ammazzarono. E questa confessione fecero appartatamente, secondo che insieme s’erano convenuti. Al fatto poi de l’esser stati trovati l’uno in casa de l’altro, dissero certa favola non troppo ben ordita, ne la quale si contradicevano. Tutte queste cose il duce avendo intese, restava d’estrema meraviglia ripieno, né sapeva al vero del tutto apporsi. Onde essendo secondo il solito raunato il conseglio dei Dieci con gli aggiunti, dopo che il tutto che vi si trattò fu finito, il sagacissimo prencipe, uomo di elevato ingegno e che per tutti i gradi dei magistrati era al prencipato asceso, volendosi ciascuno partire, disse: — Signori, egli ci resta a trattar una cosa, de la quale forse mai piú non si sentí parlare. Dinanzi a noi sono due querele, il fine de le quali, per mio giudicio, sará molto diverso da l’openion di molti. Anselmo Barbadico e Girolamo Bembo, tra i quali è sempre stata crudel nemicizia, lasciata loro dai padri d’essi quasi ereditaria, l’uno in casa de l’altro mezzo ignudi sono stati dai nostri sergenti fatti prigioni, e senza tormento o pur paura d’esser torturati, ad una semplice interrogazione dei nostri ministri, liberamente hanno confessato che dinanzi le case loro Aloise nostro nipote hanno ammazzato. E quantunque esso nostro nipote viva e non sia stato né da loro né da altri ferito, essi però micidiali si confessano. E chi sa come stia questo fatto? Nostro nipote poi ha detto che, andando per rubar la casa di madonna Gismonda Mora ed ammazzar chi gli avesse voluto far contesa, è da le finestre