come a nostro signor Iddio piacque ed il parto al tempo suo fece manifesto, elle di dui bellissimi figliuoli maschi restarono gravide. Del che, non avendo mai piú fatti figliuoli, tutte due molto contente ed allegre si trovarono. Durò questa pratica pur assai tempo, di tal maniera che poche settimane passavano che non si trovassero insieme. Né mai perciò d’esser beffati si accorsero o pure ne ebbero una minima sospezione, e tanto meno ne potevano avere, quanto che mai non fu recato lume in camera, e di giorno sempre si scusarono le donne di trovarsi insieme. Aveva giá ciascuna di loro assai grande il ventre, onde i mariti ne facevano meravigliosa festa, come quelli che portavano fermissima openione aversi l’un l’altro posto il cimiero di Corneto in capo. Ma eglino avevano pur lavorato il proprio terren loro e non l’altrui, e l’acqua era corsa a l’ingiú ove deveva la sua possessione inacquare. Veggendosi adunque le fedele e belle compagne in questa tresca amorosa esser diventate gravide, cosa che piú non le era avvenuta, cominciarono tra loro a divisare in che modo e per qual via potessero da questa impresa retirarsi, dubitando che qualche scandalo non v’accadesse, che fosse cagione tra i lor mariti accrescer maggior nemicizia. E mentre che erano in questi pensieri, avvenne cosa che senza gli avvisi loro aperse la via d’ultimare la pratica, ma non giá nel modo che elle desideravano. Abitava su quel rio o sia canale, non molto lontano da le case di costoro, una giovane assai bella e gentile, che ancora venti anni non aveva compiti, la quale poco innanzi era restata vedova, essendo morto messer Niccolò Delfino suo marito, ed ella fu figliuola di messer Giovanni Moro, e aveva nome Gismonda. Questa oltre a la dote avuta dal padre, ch’era di piú di dieci milia zecchini, si trovava buona somma di danari, di gemme, vasi d’argento ed altre robe donatele dal marito per sovra dote. Di lei Aloise Foscari nipote del duce era fieramente innamorato, e faceva ogni opera di averla per moglie. Onde vagheggiandola tutto il dí e sollecitando l’impresa, e con messi ed ambasciate tutto il giorno ricercandola, tanto seppe fare e dire, che ella fu contenta una notte a una de le finestre de la casa, che in