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novella xv 171

giovanette, le quali sotto una medesima nutrice erano allevate e cresciute, di maniera che cosí sorellevolmente s’amavano, come se d’un corpo fossero uscite. La moglie d’Anselmo, che aveva nome Isotta, fu figliuola di messer Marco Gradenigo, uomo ne la nostra cittá di grandissima stima e tra i procuratori di san Marco annoverato, che alora non erano in tanto numero come oggidí sono, perciò che solamente i piú savi e quelli che ottimi si giudicavano erano a cosí nobile e grave dignitá eletti, e nessuno per ambizione né per danari si faceva. Luzia, che era l’altra, aveva tolto per marito l’altro dei dui giovini dei quali giá vi dissi, nomato Girolamo Bembo, e fu figliuola di messer Gian Francesco Valerio, cavaliere, uomo molto letterato, il quale in diverse legazioni per la patria era ito, ed in quei dí da Roma si trovava esser ritornato, ove con grandissima sodisfazione di tutta la cittá appo il sommo pontefice aveva l’ufficio de l’oratore essequito. Le due giovanette, poi che furono maritate ed intesero la nemicizia che tra i mariti loro regnava, si ritrovarono pur troppo smarrite e di mala voglia, parendole vie piú che difficile il non dever perseverare amichevolmente insieme, come sin dai lor teneri anni erano avvezze. Tuttavia essendo discrete e prudenti, per non dar occasione ai lor mariti di gridar per casa, deliberarono, lasciata la consueta domestichezza ed amorevol familiaritá, non si ritrovare insieme se non a luoghi e tempi convenevoli. E fu loro in questo la fortuna assai favorevole, imperciò che, avendo i palagi l’uno a l’altro non solamente vicini ma contigui, v’era da la parte di dietro attaccato a ciascuno un orticello, e questi orticelli da una sola e picciola siepe erano separati, in modo che ogni dí si potevano vedere, e ben sovente ragionare. Oltre di questo le genti di casa de l’uno e de l’altro sposo, pur che dai padroni non fossero vedute, usavano molto domesticamente insieme. Il che era a le due compagne di grandissimo piacere, perché, quando i mariti di casa si partivano, potevano a lor bell’agio per via de l’orto lungamente insieme diportarsi; e questo facevano elle assai sovente. Ora stando la cosa in questa maniera, passarono circa tre anni che nessuna di loro ingravidò. Fra questo mezzo,