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146 parte prima

Fu anco detto d’un gentiluomo di Mantova, il quale, trovato che la moglie sua aveva nel letto l’amante, fermò di sorte l’uscio che non si potesse aprire, sapendo la fenestra aver la ferrata, e se n’andò di lungo a san Sebastiano a parlar al signor Francesco Gonzaga marchese di Mantova, al quale domandò licenza d’ammazzar l’adultero che era con la moglie e lei insieme. Il marchese alora iratamente gli disse: — Becco cornuto, se tu hai ardire di torcer un pelo né a tua moglie né a colui che è seco, io ti farò impiccare. Ben ti giuro, se subito che gli trovasti insieme tu gli avessi uccisi, io te l’averei perdonato. Va’ e lascia partir colui liberamente. — E cosí chi diceva una cosa e chi ne diceva un’altra. A la fine l’eccellente dottore messer Francesco Midolla, senatore del parlamento di Milano e vostro cognato, uomo di singolar dottrina e di molta esperienza, disse: — Signori miei, se m’ascoltate io vi dirò quanto prudentemente un senatore di Parigi in simil caso si diportasse; — e quivi narrò un memorabil caso, il quale da me ridotto al numero de le mie novelle vi dono. State sano.

NOVELLA XI

Un senatore, trovando la moglie in adulterio, fa l’adultero fuggire e salva il suo onore insieme con quello de la moglie.

Non è molto, signori miei, che essendo io in Parigi, vi fu un consigliero o senatore del parlamento, che è il primo di molti che sono in Francia, il quale, essendo giá in etá, aveva per moglie una bella giovane, francese anch’ella, la quale egli sommamente amava. Ella che era fresca e di pel rosso e che vedeva il marito debole e senza possa di poter spesso inacquar il suo giardino, e che quasi ogni mattina si levava innanzi dì, in quell’ora che ella averebbe voluto giocare a le braccia e cacciar il diavolo ne l’inferno, si trovava troppo di mala voglia veggendosi perder senza piacere la sua giovanezza. Onde volendo proveder a’ casi suoi con quel meglior modo e piú secretezza che fosse possibile, pensò che di leggero averebbe la