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venisse destra, che tu potessi pigliare due o tre oche, ché sai che barba Giacomaccio le ha sempre belle e grasse. — Potta de la moria ! — disse Malvicino — questo sarebbe un bel tratto se io lo potessi fare. Ma tu sai bene che l’oche hanno il diavolo a dosso, ché sentono ogni picciolo strepito che l’uomo faccia. Io vedrò piú tosto di pigliare quattro o cinque galline, di quelle che dormeno appresso al gallo che si dice che sono piú grasse de l’altre. — Mai si — disse Mangiavillano ; — tu sei un gonzo : galline e capponi ci mancano forsi in casa del padrone? Ogni di, come sai, ne abbiamo. Vedi pur di fare una rastellata d’oche. Ora il primo che averá i spedito il fatto suo aspetterá il compagno dentro l’avello de la pietra che è senza coperchio che è nel canto del cimiterio tra la chiesa e la casa del domine. Io ci sono stato altre volte dentro, e non ci sono né ossa di morti né altra cosa se non se qualche pietra che talora i fanciulli vi gittano. Si che lá dentro entri chi primamente ci arriverá. — Cosi si faccia — disse l’altro. Venuta l’ora determinata, ciascuno andò ad essequire quanto s’era contentato di fare. Malvicino pervenne ove erano sparse le noci e tante a suo bell’agio ne prese quante ne volle, e quelle ripose in un sacco che seco recato aveva. A pigliar l’oche ebbe assai che fare, perciò che erano troppo vicine a l’albergo dei massari ; pur tanto s’ ingegnò che tre oche grassissime prese, a le quali ruppe il collo e mise con le noci. Poi col sacco in spalla se n’andò verso il cimiterio, e pervenuto a l’avello e veggendo che Mangiavillano ancora non v’era, egli entrò dentro aspettando il compagno. Era il giorno avanti venuta la gotta a don Pietro ed era scesa con tanto umore che, essendo nel letto, non lasciava andar a dormire il chierico e meno la fanticella, tuttavia gridando e lamentandosi: gli altri dui servidori aveva egli mandati fuori in certi suoi bisogni. Il perché Mangiavillano sentendo il romore in casa, non ebbe ardire di rubar il castrone cosi prestamente come voleva. Egli aspettava pur che la brigata andasse a letto. Ora crescendo il dolore de la gotta tuttavia, don Pietro disse al chierico: — Figliuolo, io mi ricordo che questi di passati maestro Girolamo Arluno — sai, quel medico che questa state mi guari mi mandò un’ampolla di certo olio di rane che diceva esser molto buono