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impedimento veruno o che persona se n’avvedesse. Ma usando poco discretamente per la lunga consuetudine questa pratica, Fortuna invidiosa del bene e contentezza degli amanti fece che il castellano se n’avvide, ed aprendo meglio gli occhi che prima fatto non aveva, ritrovò egli un giorno il suo signore in adulterio con la moglie cosi celata e cautamente che eglino punto non se n’accorsero. Di cotanto oltraggio il castellano entrò in un fierissimo sdegno, e la fede che al suo signore aveva giurata converti in perfidia e l’amore che gli portava cangiò in mortai nemicizia ed odio acerbo e crudelissimo, seco deliberando, andasse il caso come si volesse, d’ammazzarlo. E ben che l’ ingiuriato castellano per Io scorno ricevuto fuor di misura entrasse in còlerá ed avesse di leggero potuto gli amanti a salva mano uccidere, nondimeno egli per far piú la vendetta compita e vie maggior che si potesse, assai meglio la sua ira ed il concetto sdegno dissimulò e tenne celato che i dui sfortunati amanti non avevano saputo i loro amori nascondere. Ed avendo lungamente tra sé vari modi imaginato a ciò che tutti tre i fratelli cogliesse a un laccio, si pensò che dilettandosi eglino de la caccia, il mostrar di farne una era il piú sicuro mezzo che trovar si potesse. Fece adunque far l’apparecchio grande, e sparse la voce che in uno di quei boschi nocerini aveva tra molti veduto il piú smisurato e gran porco cinghiaro che mai in quelle selve si fosse visto. Scrisse poi a Foligno ai tre fratelli che il seguente giorno piacesse loro di venire, perché la matina dopoi a buon’ora an derebbero a caccia ed averebbero il piú bel piacere che di caccia

avessero giá mai. Si ritrovò a caso quel giorno Berardo da Varano duca di Camerino esser a Foligno, il quale sentendo di questa caccia parlare, andò anco egli con i dui maggior fratelli a Nocera: in lor compagnia v’andarono molti gentiluomini ed altri. Piacque a nostro signor Iddio che Corrado terzo fratello s’era il giorno avanti da Foligno partito e cavalcato a Trevio, ov’era da alquanti giovini a un paio di nozze con una bellissima festa stato condutto. Andarono dunque a Nocera Niccolò, Cesare ed il signor di Camerino con lor brigate e giunsero sul tardi. Cenarono tutti in Nocera, e dopo cena Niccolò e il Va-