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che amaramente piangeva né consolazione alcuna voleva ricevere, quella a la meglio che puoterono insieme con la madre si sforzarono acquetare e dal pianto levarla. Ma ella fuor di misura afflitta e da estremo dolore occupata non dava orecchie a cosa che detta le fosse, ma di continovo sospirando e lamentandosi, acerbissimamente la sua disgrazia piangeva. E cosi quasi tre giorni questa vita senza mangiare e senza bere e senza dormir facendo, a poco a poco si consumava. Astretta ultimamente da naturai necessitá prese un poco di cibo ed alquanto dormendo si riposò; e veggendo che il pianto nulla le giovava cominciò sovra i casi suoi a pensare, e non si potendo disporre a tolerar l’ ingiuria che il cavaliero l’aveva fatta, deliberò se possibil era di fare che altri anco la ragionevol pena ne portasse, e prenderne tal vendetta quale a si biasimevol sceleraggine si conveniva, a ciò che per l’avvenire gli uomini non fossero cosi facili ad ingannar le povere donne. E a nessuno il suo fiero proponimento manifestando, aspettava qualche oportuna occasione, dandole l’animo che il cavaliero le caderebbe a le mani. Deliberata adunque di farne altissima vendetta, andava tra sé imaginando il modo che tener deveva, e in questo mezzo, lasciato il pianto, attendeva a viver piú allegramente che poteva. Era in casa una schiava, femina grande e molto gagliarda di circa trenta anni, la quale voleva tutto il suo bene a Violante, avendola da fanciulla allevata e nodrita. Ella non si poteva dar pace che di questa maniera la giovanetta restasse schernita e seco assai pietosamente lagrimato ne aveva. A questa propose Violante manifestare il concetto de l’animo suo, conoscendo che ella sola non bastava a far quanto imaginata s’era di mandar ad essecuzione, e tanto piú quanto che costei le pareva piú a proposito che altra che ci fosse. E cosi il tutto le scoperse, la quale non solamente accettò d’esserle compagna, ma sommamente il suo fiero proponimento le commendò. Determinato tra lor due quanto intendevano di fare, altro non aspettavano che la comoditá, la quale si dice esser madre de le cose. Non erano ancor quindici di passati dopo che il cavaliero aveva la seconda moglie sposata, che egli andando a diporto a cavallo per la cittá passò dinanzi la casa di Violante,