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ritrovar ad ogni modo la via d’esser seco. Tutta quella notte ad altro mai non puoté rivolger l’animo. Venuto il giorno, a la donna sovvenne del messo che il marchese mandato con la lettera le aveva, onde per mezzo d’una buona vecchia ebbe modo di parlargli e a lui scoprire quanto desiderava che col signor Ventimiglia, facesse. Il messo, udita la donna, la confortò assai, dicendole che teneva per fermo che il ma•rchese ancora l’amasse e che gli dava il core di condurlo a favellar seco; del che la donna mostrò meravigliosa festa. Andò il messo e trovato il marchese, gli disse: - Signor mio, io ti porto una meravigliosa nuova la quale penso che mai non sa:peresti indovinare. Non sai tu che la signora Lionòra Macedonia, pentita di tante stranezze che teco ha usate, è tutta adesso tua ed altro non desidera che compiacerti, pregandoti molto caldamente che tu voglia degnarti oggi su l’ora di nona andarle a parlare, che ella ti attendera nel giardino che risponde dietro la casa, e l’uscio del giardino sara aperto? Messer Giovanni Tomacello suo marito stamane andò a Somma e non sara di ’ritorno questi otto di. Il marchese a simil ambasciata molto si meravigliò , ed infinite cose tra sé ne l’animo ravvolgendo e stando in dubio s’andar vi <;ieveva, al messo cosi rispose : - Io ho alcune faccende oggi di grandissima importanza. Se averò tempo a l’ora che detto m’hai, io anderò a parlar a la signora Lionara. Partito, il messo ritornò a la donna e le disse che il cavaliera verria a l’ara prefissa. Ma il signor Ventimiglia, che in tutto s’aveva de l’amor de la donna spogliato, attese ad altro e non v’andò. Ella tutto il giorno attese la venuta del marchese e, quello non veggendo venire, restò molto dolente. Essaminò il messo e diece volte si fece ridir le parole che ’l marchese gli aveva detto. Onde credendo che per negozi di gran momento fosse rimasto di venire o che forse avesse avuto rispetto di venirle a casa, ritornò a mandargli un’altra volta il messo e pregarlo che il tal di a la tal ora· egli le facesse grazia di ritrovarsi in certa chiesa che non era frequentata. In questo mezzo ella dubitava che il cavaliero avesse convertito il suo f erventissimo amore in odio, e biasimava se stessa di tanta durezza quanta gli aveva usata. Parevale poi impossibile che tanto