Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/80

veggendosi la natura averle fatte delicatissime .e pietose. E se talora una o due se ne ritrovano che tengano del crudele, forse che n’hanno talora cagione. Né per questo l’altre deveno esser biasimate se non si mostrano cosi pieghevoli agli appetiti poco regolati degli uomini, perciò che fanno come i cani, i quali tocchi una volta da l’acqua bollita fuggono la fredda. Ora di questo ragionandosi questi di ne la ròcca .di Castiglione a l a pTesenza de la molto vertuosa e gentilissima signora · Ginevra Rangona e Gonzaga, messer Mar io Biscanti narrò una bellissima istoria a N apoli avvenuta, la quale affermava a.ver intesa da uomo degno di fede, onde io, essendomi mirabilmente piaciuta, la scrissi. E perché molte fiate voi ed io abbiamo di tal materia ragionato, ve l’ ho donata ed al nome vostro scritta, essendo certo che vi sara cara, poi che tutte le cose mie vi sono accette. Certo che il caso che si nana è degno di compassione, e ciascuno si deve guardare di non cascar in cotali errori. State sano. NOVELLA XXII Il signor Giovanni Ventimiglia ama Lionora Macedonia e non è amato. Egli si m ette ad amar un ’altra. Essa Lionora poi ama lui e non essendo da lui amata si muore. A vendo il re Alfonso di Ragona lasciati i regni suoi di Ragona e Catalogna sotto il governo de la reina Maria sua moglie e posto il seggio suo in N a poli che con tante fatiche si aveva · acquistato, essendo uomo degno d’esser per le rare sue doti a qualunque impe rador romano comparato, attese a pacificar con ogni diligenza il regno, che era per molti anni innanzi da molte guerre stato quasi tutto posto in rovina. Ed avendo messo ordine al tutto, diede il ducato di Calabria a Ferrando suo figliuolo, col quale pose molti suoi creati che in tutte quelle guerre per mé!Jfe e per terra erano stati seco. E tra gli altri vi fu un nobilissimo barone siciliano al quale aveva donato il marchesato di Cotrone, che si chiamava il signor Giovanni Ventimiglia, cavaliera pronto di mano e prudente di conseglio. Era la corte del re Al fon so la scola di tutti i gentili costumi, -e gli studi de le lettere in quella