Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/246

PARTE SECONDA altro non ci è ch e dire, io dirò pur come morio. Egli stette parecchi anni in grazia appo il re, ed accecato dal favor e era molto facile a far mozzar capi a questi e a quelli, e quanto erano piu nobili e grandi tanto piu volentieri mostrava il suo potere sopra loro, o fossero di chiesa o fossero secolari. Or avvenne che desiderando egli fa r morire il vescovo di Vincestre non so per qu al cagione, che essendo nel conseglio privato del re, gli disse che ·si devesse andar a render prigione per parte del re n e la To ~re, luogo ove mai nessuno entrò che n on fosse ucciso, per quello che dicono i paesani. Smarrito il ves covo di tal comandamento, rispo se che non sapeva per qual cagione se gli f acesse questo e che v oleva prima parlar al re. Voi non .potete - disse il contestabile - parlargli. Andate pur ove io vi dico, e comandò a quattro dei suoi che lo menassero prigione. E quivi furono a le contese. Il duca di Suffoco , nemico del Cremonello, andò in quello a parlar al ife che era in una camera vicina, e gli disse la contesa che era tra il contestabile e il vescovo. Il r·e, che nulla ne ·sapeva, mandò un suo gentiluomo di camera a domandar il v escov o. Sentendo questo, il contestabile forte si sdegnò e andò a casa, ove stette quattro di che non si vide in corte né in conseglio. Il vescovo , presentatosi al re, disse che non sapeva d’esser colpevole e che era in mano di quello, il quale facesse fa:r di lui giusti zia se aveva f all ito . Veggendo il re che il Cremonello non compariva in corte e che niente si trovava contra il vescovo, lo liberò e disse, che da tutta la corte fu sentito: - Io vo’ pur veder chi sapera piu t ener la sua còlera, o io che sono re o Tomaso Cremonello. In questo mezzo conoscendosi il re esser turbato, gli f uTon o date di molte querele co ntra il contestabile, e si trovò che di molti misfatti era colpevol e e massimamente circa il fatto de la giustizia. Passati che furono quattro di, andò il contestabile al conseglio privato, ed essendo serrato il luogo ove era congregato il conseglio, il re mandò un cam eriera a dire a la famiglia del Cremonello come egli quella matina desinava col re e che andassero a desinare e poi tornassero. Partirono tutti , e il re fece venir i suoi arcieri e star dinanzi a la porta del