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PARTE SECO~DA la sfortunata donna, che amaramente piangeva i suoi misfatti, tardi pentita, quanto al mondo, di tant e sue sceleraggini quarite commesse ella aveva. Pervenne ultimamente a Genova, ove con il Pagliero alcuni giorni se ne stette. Ora, o che ella per essere alquanto attempata non sodisfacesse al Pagliero che era giovine, o pur che egli si movesse per la ingordigia de le robe e danari de la donna, com’ è credibile, un giorno che ella non era in casa, egli presi i danari e le robe si parti, né ancor si sa dove se n’andasse. La misera donna, •ritornata a casa ed accortasi che il tutto le ·era stato rubat o, amaramente pianse le sue sciagure senza sapere né poter ricever conrsolazione alcuna. E rimasa povera d’ogni cosa, non le essendo stato lasciat o sustanza di questo mondo se non quanto indosso aveva, non avendo modo di altrimenti procacciarsi il vivere, s’acconciò per servente in Genova con una gentildonna, e ancora ci è. Di modo che ella, che nata era nobilmente e allevata e nodrita con delicatezze ed usa a comandare ed esser servita, adesso ubidisce e serve altrui. E a questa misera vita ella ’Per se stessa s’è co n dutta per voler adempire tutti i suoi disonesti appetiti. A la quale certamente si deverebbe aver com passione, se ella nel marito e nei figliuoli e in tanti altri, come una Medea o PTogne , fieramente non incrudeliva.