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Affricano al ~re Massinissa, non esser tanto di pericolo a l’eta giovinile negli esserciti degli armati nemici, quanto .si prova dagli amorosi carnali diletti avvenire; di maniera che vie piu di gloria s’acquista in vincer l ’ amorose passioni e se stesso e fuggir queste lascivie che snervano e spolpano la gioventu, che non · si guadagna onore in superar tutti gli armati esserciti del mondo. Mi sono adunque mosso a scrivervi per narrarvi come talora amore i sensi nostri, mutando, abbaglia e bene spesso una cosa .per un’altra ci fa vedere. Onde ragionandosi dei molti inganni nei quali incorrono i miseri ed incauti amanti, il nostro gentilissimo, il signor Carlo Attellano, come sapete piacev~l e bel favellatore, narrò a la presenza del molto umano ·e cortese signor Alessandro Bentivoglio vostro onorato zio un accidente avvenuto ne la citta di Milano . Mi parve degno il caso d’esser consacrato ad eterna memoria per ammonizione dei giovinetti che incautamente si lasciano irretire. Descrissilo subito, e voi mi accorreste a cui donare lo devessi in testimonio de la nostra cambievol benevoglienza. Voi in questa vostra fiorita gioventu tanto piu sète periglioso in questi intrigamenti amOTosi incappare, quanto che l’eta e la inclinazione del temperamento vost ro naturale pare che a l’amorose tpassioni tutto v’ induca. Perciò vivete cautamente e guardate che la vostra liberta non vi sia rubata. Facil èosa è traboc-car ne l’abbisso de la servitu; ma il ritornar indietro e ricuperare la cara P’erduta liberta è opera molto piu diffic ile che altri non crede. Orsu, accettate questo mio picciolo dono ed ai vostri signori fratelli Gostanzo e Girolamo fatene parte. Che nostro signor Iddio lungamente tutti vi conservi. NOVELLA XXXI Amore d i messer G ian Battista L at uate e l’errore ov’era intricato, con l’arguta r isposta de la sua innamorata. Egli è una _gran cosa, madama mia osservandissima, che ogni volta ch’ io voglio parla’!" de la mia patria Milano, ci siano pur assai che cosi mal volentieri m’ascoltino, massimamente se