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che io regolatamente farò cantare. Il re, desideroso di veder che fine averebbe cotal fatto, gli fece quel di medes:imo da uno dei suoi tesorieri numerar quella somma di danari che egli domandò. Si meravigliava ciascuno de l’ impresa de l’abbate e dicevano ch’egli era stato folle a mettersi a quel rischio, perciò che il re s’era convenuto seco che non gli Tiuscendo questa musica porcellina, che gli pagasse ·altri tanti scudi quanti n’aveva ricevuti dal tesoriere, e s:e riusciva, ogni cosa restava a l’abbate. Ma l’abbate diceva a tutti coloro, che erano uomini di poco spirito e che non sapevano far nulla, e che tutto quello che essi non sapevano fare si pensavano esser impossibile. Pigliò l’abbate termine un mese a fare questa musica e in quel tempo comperò trentadui poroelli di varia eta, scegli endone otto per tenore, otto per il basso, otto per il sovrano e otto per l’alto. D i poi fece un instrumento cEJn i suoi tasti a modo d’organo, con fili lunghi di rame in capo dei quali maestrevolmente erano alligati certi ferri di punta acutissima, i quali secondo che i tasti erano tocchi ferivano quei porcelli che egli voleva, onde ne ·resultava una meravigliosa . armonia, a·vendo egli sotto un padiglione fatti legar i porcelli secondo l’ordine che si ricercava, e di mbdo che non poteva essere che al toccar dei tasti non fossero punti. Provò cinque o sei volte l’abbate la sua musica, e trovando che molto bene gli riusciva, innanzi al termine di quattro giorni invitò il ·re a senti·r la musica porcellina. Era alara il re a Tour s con tutta la corte, e bramoso di veder e sentire cotal armonia, andarono ne la badia di Mamostier che fondò san Martino, ove l’abbate aveva il tutt o apparecchiato. E veggendo il padiglione teso e l’ instrumento a foggia d’ organo a quello attaccato, stavano tutti con meraviglia, non si sapendo imaginare che cosa si fosse e meno che ci era so tto il ;padiglione. Ciascuno si fermò, ed il re disse a I’abbat e ch e facesse l’ufficio su o. L ’abbat·e alora accostatosi al suo instrumento cominciò a toccar quei tasti come si suona l’organo, con si fatta maniera che, grugnendo i porci secondo l’ordine che e rano tocchi e trafitti, ne risultava una buona consonanzia ed una musica non mai piu sentita, ma meravigliosamente dilette-