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suo, con accomodate parole gli espose il desiderio che aveva d’esser libero, supplicandolo umilmente che piu tosto volesse usar l’opera di lui libero che servo. E conosoendo l’ ingordigia ed avarizia de l’ imperadore, gli fece portar dinanzi cinquanta mila ducati d’oro in oro. Udita questa domanda, il crudelissimo tiranno entrò in tanta còlera e si accese in lui l’ ira che, dato di mano ad un assai grosso e noderoso bastone d’olmo, non avendo rispetto che colui seco era stato da fanciullo nodrito e che era capitano famoso e per molte vittorie illustr·e, quello buttò furiosamente per terra e cominciò con gran fierezza a sonarlo col bastone dandogli mazzate da orbo, e tanto lo percosse e ripercoss·e e si gli fiaccò la schiena, che egli si sentiva non poter piu muover le braccia .e con i piedi lo percoteva. Il misero servo tutto pesto e mezzo morto teneva pur, gridato: Signor mi o soprano, io sono e sarò sempre tuo schiavo e co n tutto il core ti ringrazio del conveniente e degno castigo che . al mio peccato dato hai, perché con osco che io maggior supplizio meritava. Simil crudelta anzi maggiore usò il perfido tiranno contra alcuni giovanetti tenuti da lui in luogo di femine, i quali pareva che amasse piu che gli occhi suoi. Questi poveri fanciulli avevano bevuto del vino che al signor era avanzato, il che da lui inteso, gli fece tutti senza pieta alcuna crudelmente morire. Con questa sua inudita crudelta si rese a tutti i suddit i suoi cosi terribile che ciascuno di lui tremava. M olti ne fece morire per levar lor la roba, altri ammazzò per torgli le mogli, e per ogni minima occasione comandava che uno fosse ucciso. E se il carnefice si tosto come aver·ebbe voluto non si trovava o non veniva, egli con le proprie mani faceva l’ufficio di manigoldo. Aveva fatto questo scderato tiranno uno splendidissimo convito ai suoi bascia e primi uomini dopo la presa di Cos tantinopoli, e ne l’ardore del convivare comandò che gli fosse menato dinanzi Rireluca con dui . suoi figliuoli che erano prigionieri, fatti cattivi ne la presa di Costantinop oli. Co me gli furono avanti, fece tagliar per mezzo e spaccar il maggior fi gliuolo come si suoi far un porco. Pensate che animo era quello del misero Rireluca veggendo il suo maggior figliuolo nel suo