Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
12 | la quarta dimensione o l’iperspazio |
plicissimo, quando si consideri per rispetto alla prima e seconda dimensione, come già innanzi ho dimostrato. La difficoltà è quella, anzi è forse la vera e sola, derivante dal fare confronti e giudizi sempre relativi alla limitazione dei nostri sensi, omettendo di pensare clic molte cose stanno attorno a noi, senza che ce ne accorgiamo, laonde ben a proposito il Faraday esclamava: «Con quanto noi ignoriamo delle leggi naturali si potrebbe creare un mondo».
Volendo fare dell’acrobatismo mentale, possiamo pure immaginare un essere vivente nel punto. In questo caso noi lo dovremmo concepire cosciente, pur non avendo alcuna dimensione; un essere, cioè, esistente come forza e non come materia; e che può ritenersi come indicante il momento in cui la materia dell’essere precipita diventando forza e l’essere pensa ancora sè stesso; un essere infine che, concentrando in sè tutto il suo universo, in cui vivrebbe come unico, sarebbe forzatamente di sua natura il più grande egoista, e nel medesimo tempo il più grande ignorante.
⁂
Ritornando alla supposizione fatta per l’abitante sulla linea, il microbo, che può pure immaginarsi sia quel tal punto continuamente in marcia in una sola direzione, possiamo ammettere che uno di tali esseri acquisti la possibilità di scostarsi di fianco, verso dritta o verso sinistra; allora potrebbe evidentemente scorgere a colpo d’occhio il suo antico dominio. Egli pertanto non solo entrerebbe in una seconda dimensione come spazio; ma altresì come tempo; giacchè, vedendo l’intera linea, scorgerebbe contemporaneamente il passato, cioè, il percorso fatto; il presente, cioè, il punto che si muove; l’avvenire, cioè, la via che ancora rimane a percorrere. Facendo analogo ragionamento per l’abitante sul piano e via via per gli altri spazi, noi concluderemo di poter giungere ad una Intelligenza infinita, che avendo l’intero dominio dello spazio e del tempo, abbraccia ogni cosa e che per la medesima non vi sia nè passato, nè futuro, bensì l’uno e l’altro siano sempre nel presente.