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il quale si potranno fare quanti nodi si vogliano su di un laccio o funicella, o spago senza fine, come possiamo far noi con un laccio o funicella o spago libero ai due capi.

Per gli abitanti in terza dimensione, cioè per noi, non occorre ripetere le ipotesi fatte per quelli di prima e seconda; poichè ci è ben noto in qual modo consideriamo comunemente Io spazio che si presenta ai nostri sensi e dal quale siamo attorniati. Però possiamo con metodo induttivo argomentare: alla stessa guisa che gli esseri di seconda dimensione vedono quelli di prima e li possono toccare senza essere veduti, e che noi di terza possiamo vedere, toccare e fare qualunque sorpresa a quelli di seconda, senza che i medesimi vedano noi, sarà pure possibile immaginare l’esistenza di abitatori in altro spazio, ossia, quarta dimensione, che agiscano, per rispetto a noi, come noi si agisce rispetto a quelli di prima e seconda dimensione. Laonde per gli esseri di quarta dimensione, se vogliamo ammetterli, non vi sono ostacoli; essi attraversano monti, possono penetrare nelle nostre case od in qualunque altro recinto ermeticamente chiuso, come noi si penetra nei recinti sulle superficie. Noi possiamo adunque essere (e lo siamo) continuamente veduti e sorvegliati da entità, che noi punto scorgiamo, c se queste entità potremo un giorno avere a nostra disposizione, osserva il Del Re,1 ci sarà concesso, pel tramite delle medesime, d’ispezionare l’universo in ogni suo punto.

Il Brofferio, nella sua prefazione all’Enigma umano del Du Prel, si domanda: «Quel che chiamiamo l’altro mondo non sarà una quarta dimensione?» Per conto mio rispondo affermativamente senza titubare. Va senza dire che gli abitanti dell’iperspazio devono avere ed hanno effettivamente un’organizzazione diversa dalla nostra. Se il fatto in sè stesso ha l’apparenza di urtare contro ogni possibilità, non urta per altro il ragionamento, e la cosa può parere impossibile soltanto, perchè non conosciamo in quale direzione noi dovremmo muoverci e con quale organizzazione per giungere ad un risultato, che riconosciamo sem-

  1. Sulla struttura geometrica della spazio (già citato).