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24 decennale i del secolo i.


membra, ma le passioni tutte dell’animo, esprimendo e commovendo in chi gli mirava siccome le tre Minerve di Fidia, e la Venere di Scopa, e quella tanto famosa di Prassitele, e tant’altre statue di quell’età ne fann’ampia e indubitata fede? Aggiungasi che Gige Lidio appresso gli Egizi, Pirro appresso i Greci, e Polignoto ateniense appresso i Corinti, conciossiachè forse prima, o meglio d’ogn’altro, la Pittura usassero in quelle parti, furono perciò in sommo pregio tenuti, e da molto riputati; come anche Demofilo, Nesea, Apollodoro, e molt’altri, che secondo la rozza e barbara maniera di que’ tempi operarono con qualche lode, e fino a tanto che Zeusi, Parrasio, e Timante, dando migliore spirito alle tele, e dopo di loro Apelle e Protogene, miracoli di quest’arte, in quel grado di sovranissima stima e perfezione la collocarono, oltre al quale ella sormontare non potea. Che però, siccome di tutte l’umane cose veggiamo intervenire, ch’elleno in prima nascono e crescono, e cresciute hanno stato e declinazione *, così appunto addivenne di queste due nobilissime arti, le quali nate, come si è detto, quasi a par del mondo, crebbero di tempo in tempo, e dall’Egitto nella nostra Italia, e nella Grecia passando, e quivi oltre ogni credere famose e celebri divenute, finalmente dopo vari ondeggiamenti e vicende, in quella barbara inondazione, che non pure la grandezza del romano imperio, ma tutte l'arti più belle allagò e sommerse, fecero anch’esse miserabil naufragio. Di maniera che, cacciate affatto d’Italia, e perduto il patrimonio di loro antica bellezza, fuggiasche e raminghe, insieme con l’imperio, se ne tornarono in Grecia; ma tanto sparute e contraffatte e cambiate dall’esser di prima, che a chiunque le mirava, anzi terrore e spavento recavano, che diletto veruno. Erano le figure senza proporzione, senza disegno, e senza colorito; senz’ombre, senz’attitudine, senza scorti, e senza varietà, e senza invenzione o componimento, ricinte attorno d’un nero