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l'autore a chi legge 17


ne darà vita e forze) quando mi sia sodisfatto sopra tutta l’opera, e forse prima, è mio pensiero di dar fuori l'albero universale ch’io tengo appresso di me, contenente tutti gli artefici insieme (de’ quali ho notizia fin qui in numero di duemila in circa) derivati dai loro maestri fino a molti di coloro, che al presente vivono, o sono pochi anni addietro morti. Rimane per ultimo, o mio Lettore, ch’io vi confessi ingenuamente, che siccome io sempre ben conobbi fin dove potesse estendersi la mia poca letteratura, così nel deliberar ch’io feci di esporre queste mie debolezze al cimento delle stampe, fui preso da gran timore; e voglia la verità, se non fosse stato il desiderio di rendere ossequio d’ubbidienza alla sempre a me giocondissima memoria del poc’anzi nominato sereniss. card. Leopoldo, stimolato anche a ciò fare da molti nobilissimi ed eruditissimi ingegni di mia patria e fuori, fra’ quali fa numero molto grande il singolarissimo Antonio Magliabechi, della cui fama ormai è pieno il mondo, non so s’io mi fussi giammai accinto all’impresa. Or mentre io portato da così giusti motivi, e senz’alcuna stima di me stesso, ho procurato di porre ad effetto tale deliberazione, mi prometto che dalla vostra bontà e discretezza sarà ella approvata, e che saranno altresì con occhio pietoso riguardate le mie mancanze, e vivete felice.

Baldinucci, Vol. I