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58 libro settimo


nell’universitá di Torino letterati di altri paesi italiani. Egli fu primo a dirozzare i suoi popoli, beati o macedoni d’Italia; primo ad italianizzarli colla coltura. Nel 1574 solamente riebbe tutti gli Stati suoi, vuotati di qua e di lá da’ francesi e spagnuoli; e questo spiega e scusa come dieci anni addietro avesse sofferta l’usurpazione di Saluzzo. Dal 1576 al 1579, accrebbe gli Stati, comprando feudi imperiali dai Doria ed altri signorotti. Nel 1579 ordinò la zecca, e nel 1580 mori; cosí fino all’ultimo operando, legislatore, ordinatore, rinnovatore della sua monarchia. E tal vedemmo giá dopo le antiche origini Amedeo VIII; e tali vedremo uno o due altri poi di quella casa. Della quale resta cosí spiegato il perché, il come crescesse; come, sola forse fra le dinastie europee, continuasse senza rivoluzioni o mutazioni violente; fece ella medesima via via, sempre, indefessa, le mutazioni volute, ma prima che violentata dai tempi. I tempi mutan sempre; ondeché i veri conservatori sono quelli che mutan con essi; non gl’immobili, che a forza di resistere si fanno impossibili, e rovinano sé e altrui. Ad Emmanuel Filiberto debbono i posteri una nazionalitá che altri popoli loro invidiano, dice di lui uno scrittore italiano, non piemontese: noi consentiamo volentieri.

14. Carlo Emmanuele I [1580-1630]. — La differenza tra Emmanuel Filiberto e gli altri legislatori italiani de’ venti anni addietro si vede chiara all’effetto ne’ primi lor successori. Progredí e fecesi grande quel di Piemonte; scesero e s’impicciolirono via via i Medici e gli altri. Salito a una signoria rinforzata dagli ordinamenti di pace, dagli apparecchi di guerra fatti dal padre, si potrebbe dire che Carlo Emmanuele volle essere l’Alessandro di quel Filippo. E sarebbegli forse riuscito, se avesse avuto un solo scopo, l’Italia. Ebbelo, ma con un secondo: farsi grande di lá dell’Alpi, ed anche piú lontano. Perciò non s’avanzò come avrebbe potuto verso lo scopo principale, e lasciò nome d’ambizioso piú che di grande (benché datogli questo da’ contemporanei), e d’avventato piú che di forte, ed anche di doppio piú che di leale. Leali, forti e grandi appaiono e sono piú facilmente gli uomini d’un solo scopo; compatiti, è vero, e derisi da’ fac-