|
delle preponderanze straniere |
57 |
su tutto. — Del resto, nell’anno medesimo che Emmanuel Filiberto
chiudeva i suoi Stati generali, egli riordinò appunto que’ senati o
corti supreme di giustizia, che mal vi supplirono tra noi come altrove,
e regolò poi i tribunali minori. Nel 1561, incominciò ad ordinare la
milizia nazionale; proseguí egli e proseguirono poi sempre tutti quanti
i suoi successori, non eccettuati i men belligeri, in mutare e rifare
tali ordinamenti; ora piú or men bene, ma sempre secondo i tempi e con
operositá, con insistenza, con amore; tanto che non è cosa di governo
in che’ si sieno essi compiaciuti, né cosa poi in che sieno stati cosí
secondati da’ lor popoli. Gli ordinamenti militari, l’esercito, furono,
se sia lecito dire, quasi patria costituzione ai piemontesi per poco
meno che tre secoli. Ed ora cedano pure il passo a questa, ma di poco,
in nome de’ destini del Piemonte e d’Italia, e della stessa monarchia
rappresentativa. Libertá e milizia sono rivali altrove; ma (per la
ragione che ognun sa, per le passioni ch’ognun sente) elle dovrebbon
essere sorelle in Italia. Sieno almeno su questa terra intrisa di tanto
sangue militare de’ padri, de’ fratelli e de’ figli nostri. Addí 17
dicembre 1562, Emmanuele Filiberto rientrò in Torino, e vi rimase poi
quasi sempre, diverso da’ maggiori che prediligevano il soggiorno al
di lá delle Alpi. Ed a Torino ricondusse, restaurata prima a Mondoví,
l’universitá degli studi che n’era uscita durante l’occupazione
straniera. Nel 1563, estintasi la discendenza diretta degli antichi
marchesi di Saluzzo, il marchesato fu occupato da’ francesi, e
s’accrebbe cosí di nuovo la potenza di essi nelle regioni subalpine.
Nel 1564, il duca incominciò la cittadella di Torino; ed altre fortezze
fece poi, ad imperio addentro, e difesa all’infuori. E nel medesimo
anno incominciò ad ordinare le finanze. Nel 1565, aiutò Malta contro a’
turchi; e nel 1572, mandò sue galere a Lepanto, ed aiutò poi de’ suoi
nuovi reggimenti or Francia or Austria contra gli acattolici. Contra
quelli giá antichi ne’ suoi Stati, i valdesi dell’Alpi, si volse non
senza inopportunitá, od anche crudeltá per qualche tempo; ma lasciolli
in pace poi. Nel 1573, ordinò che gli atti pubblici si facessero in
lingua italiana; e sempre chiamò, protesse, pose