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appendice 233

de’ 14 incominciarono barricate all’incontro del palazzo regio e delle truppe che stavanvi a guardia. A mezza mattina dei 15, eran cresciute le barricate e guardie. Popolo di qua, truppe in battaglia di lá, non potevano restare oziose gran tempo. Parte un colpo: s’appiglia la zuffa, la battaglia, il macello, il saccheggio, ogni nefanditá di guerra cittadina. Le truppe rimangono vittoriose; il re muta ministero; Cariati presidente del nuovo; si sciolgon le Camere senza essersi legalmente aperte; i deputati perseveranti in lor aula, son cacciati da’ soldati; un proclama ripromette lo statuto; i repubblicani fuggono a Calabria, e vi levano guerra civile. Il re richiama l’esercito da Bologna, dismettendo Pepe. Questi con pochi disobbedisce, e vanno a Venezia. Statella sottentratogli, riconduce il resto in disordine. E cosí i pontifici di Durando abbandonati da un esercito intiero su cui contavano, furono perduti; cosí l’esercito piemontese perdette tra questi e quelli i trentamila uomini che formavano tutta la sua destra: cosí la guerra d’indipendenza, infiacchita giá il 29 aprile dalla allocuzione del papa, fu perduta intieramente il 15 maggio, mentre i piemontesi pur combattevano, morivano e vincevano per lei a Pastrengo ed a Goito. Noi non celammo gli errori che trasser questi da tali vittorie alla sconfitta di Custoza. Ma siffatti errori, al paragone, sono piccoli, sono di quelli che si fanno in ogni guerra, anche condotta da’ migliori capitani. Questi sono gli errori grossi, che causarono que’ piccoli, ed impedirono di rimediare a’ piccoli; questi, quelli che due mesi prima di Custoza avean giá perduta la guerra d’indipendenza. E con lei la parte moderata, la parte soda, sana, virtuosa, devota d’Italia.

44. L’armistizio [agosto 1848-20 marzo 1849]. — Il periodo de’ sette mesi che seguí tra la prima e la seconda campagna di nostra guerra d’indipendenza fu cosí fecondo d’errori e d’insegnamenti politici, come era stato il primo di militari; fu anzi un cumulo, un precipizio, un vero baccanale d’inciviltá. La guerra d’indipendenza aveva fatto tacere le esagerazioni di libertá, la stolta idea dell’unitá: cessata ora la prima, scoppiarono quelle e questa. Se l’Italia media o meridionale