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212 appendice


La democrazia assoluta tentata in Francia, e l’unitá governativa tentata in Germania, sono giá state vinte una volta; e perché quella è assurditá contraria a tutte le presenti e crescenti civiltá, questa vanitá o almeno utilitá non proporzionata a sue difficoltá, elle saranno probabilissimamente vinte altre volte. — Ma, all’incontro, perché due dei tre motori della rivoluzione italiana del ’48, sono, non che conformi, ma necessari a questa medesima universale e cristiana civiltá, perciò non credo debba rimaner dubbio a nessuno, e non rimane almeno a me: questi due scopi continueranno a concitare le menti italiane, a far nuove rivoluzioni, finché non sieno pienamente ottenuti. Dopo il fatale ma grande nostro ’48, non sono piú possibili né i vili ozi del Seicento, né le stentate riforme del Settecento, né le guerre sotterranee, gli scoppi inutili, le sètte inefficaci della prima metá dell’Ottocento; né per conseguenza quella preponderanza straniera che oltre tre secoli durò giá tranquilla con tali servi, poco inquietata da tali nemici. Dopo lo scoppio pur infelice, ma tutto diverso dei precedenti del ’48, rimangono e rimarranno, Dio solo sa quanto, gli stranieri in Italia materialmente, né piú né meno che prima. Ma non sono piú essi che possano dare lo spirito ai fatti, né i nomi alla storia d’Italia; sono, saranno le memorie del ’48; è, sará quella libertá rimasta in risultato e ricompensa degna ai propugnatori veri dell’impresa del ’48. Durerá dieci, cento, mille anni la nuova etá? Si chiamerá essa della libertá e dell’indipendenza conquistate? ovvero della conquista della libertá e dell’indipendenza? ovvero anche (che non credo, e Dio pietoso nol voglia) dell’inutile tentativo alla libertá e all’indipendenza? Io nol so; ma questo so dagli esempi di trentasei secoli noti alla storia, dalle condizioni di questo nostro in tutto il mondo; che le rivoluzioni (non le congiure) di libertá, una volta iniziate, possono retrocedere sí, ma non cessare; che la libertá interna è incompatibile colla servilitá al di fuori; che potrá quindi essere in Italia un’etá forse lunga, forse terribile, forse infelicissima, di lotta tra servi e padroni, ma non piú un’etá di servilitá da una parte, e quindi di preponderanza dall’altra. Sarebbe, cosí