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210 | appendice |
di essere conseguente a se stesso, che s’era vantato di non aver a far
riforme giá fatte nel suo regno? Sono questioni intenzionali che non
si potrebbero sciogliere, se non in una storia fatta da Dio. Ad ogni
modo, in quell’anno, in quei giorni, in quelle condizioni d’Italia,
che qualunque favilla anche minore scoppiata in un luogo serpeva quasi
lampo in ogni altro; non era possibile oramai che questa gran parola,
questo immenso e desiderato fatto d’una costituzione rappresentativa,
compiuto e proclamato in uno degli Stati italiani, rimanesse esclusivo
in quello, non facesse sorgere fatti simili in tutti gli altri. I
particolari delle feste e tumulti che giá non si potevan distinguere,
delle domande legali od illegali, opportune od inopportune, coraggiose
o cedenti, e delle cedenti resistenze, sarebbero troppo lunghi
per questo cenno, e cadrebbero in que’ giudizi che non voglio qui
promuovere. Ondeché mi accontenterò di dire, che la costituzione
rappresentativa fu pubblicata in massima addí 8 febbraio, sancita in
statuto addí 4 marzo; la costituzione toscana promessa addí 7 febbraio,
e data in statuto addí 17 marzo, e la costituzione romana promessa addí
14 febbraio, e data in statuto addí 14 marzo. Cosí, quattro Stati,
cioè tutti gli Stati grandi indipendenti d’Italia, cioè diciassette
dei ventitré milioni, due terzi degli italiani, entrarono nella gran
rivoluzione rappresentativa europea, ebbero rappresentativi statuti. E
se n’applaudirono a vicenda principi e popoli, quando in quegli ultimi
giorni di febbraio scoppiò la rivoluzione repubblicana di Francia.
E se n’applaudivano principalmente i liberali piú moderati ed amici
della monarchia. La concessione degli statuti, dicevano, n’avea salvi
dalla repubblica. Pochi sapevano ricordare che giá due volte, alla fine
del secolo decimoquinto e decimottavo, Francia ci aveva interrotto
l’assestamento, il progresso riformativo d’Italia; sapevano temere che
la nuova libertá italiana e la nuova repubblica in Francia, fossero
due ostacoli invincibili alla guerra d’indipendenza che tutti vedevano
imminente.
43. Continua l’appendice. Principio d’un’etá ottava della storia d’Italia? La guerra d’indipendenza [1848-1849]. — Se non m’inganni quell’illusione troppo frequente che fa a ciascuno parer