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religiose, e le polizie giunte al sommo. E cosí di sètte, controsette e polizie, e quindi di scoppi or falliti in sollevamenti di un giorno, ora riusciti a rivoluzioni di poche settimane o pochi mesi, seguite sempre di persecuzioni, purificazioni, esigli, carceri ed anche supplizi, si riempiè la storia di trenta e piú anni che seguirono il 1814; è una brutta storia segreta, sotterranea, ma pur troppo reale, e piú importante che non la pubblica e non bella nemmen essa; ed è storia quasi unica de’ primi venti, fino al 1834 o 35.

Nel 1815, fu temuto e represso uno scoppio nel Lombardo-Veneto, non saprei dire se anteriore, contemporaneo o posteriore all’impresa di Murat. Il quale minacciato dal congresso di Vienna, ed allettato dall’impresa di Napoleone, e probabilmente dalle sètte, uscí di suo regno, invase l’Italia fino al Po, si fermò ai primi incontri coll’esercito austriaco di Bianchi, retrocesse, combatté a Tolentino, fu vinto, fuggí di Napoli, tornò fra breve in Calabria con pochi, vi fu preso, giudicato e fucilato in poche ore dalla gente dei Borboni cosí restaurati. — Nello stesso anno fece miglior figura il Piemonte, che dicemmo il piú mal restaurato fra gli Stati italiani, ma dove re, popolo ed esercito fanno sempre buona figura ad ogni occasione militare. Furono i soli che prendesser parte alla guerra di tutta Europa contro a Napoleone; ebbero un bell’affaruccio a Grenoble. — Dal 1815 al 1820, nulla, nemmen riforme, impedite dalla paura delle sètte mal liberali, dall’influenza delle controsette illiberali e lor alleati. — Nel 1820, scoppiata la rivoluzione militare di Spagna, scoppiò una militare nel regno di Napoli, vi proclamò, vi stabilí in fretta la costituzione spagnuola del 1812, cioè la francese del 1791: un re senza «veto» né libertá di re né di cittadino; una sola Camera, una commissione permanente ne’ recessi di questa, una cosí detta monarchia con istituzioni repubblicane; la peggiore delle monarchie e delle repubbliche; la forma di governo rappresentativo la piú contraria a tutta la scienza rappresentativa. Sicilia volle serbare la sua costituzione all’inglese; si separò, guerreggiò, fu vinta al solito. Al principio del 1821, scoppiò una rivoluzione piemontese