nomi e scopi mutati e minori. E sorse, con
iscopo simile, benché piú ristretto, in quei medesimi anni la setta
dei carbonari, fomentata, dicesi, contro ai Napoleonidi di Napoli da’
Borboni di Sicilia. Ma se è vero tal fatto, questi non tardarono a
portar la pena della pericolosa invenzione; ché restaurati nel 1815, la
setta amica diventò nemica loro e degli altri principi restaurati ed
assoluti, amica della parte liberale, di cui erano quasi vanguardia, o
bersaglieri, sregolati, ingovernabili, cui pretendevano anzi condurre.
Io non ho luogo, né notizie, né genio a dire di lor forme, lor modi,
loro divisioni e suddivisioni, e mutazioni e moltiplicazioni di nomi.
Questo solo noterò qui, che ho notato altrove, ed è piú importante:
che queste sètte o congiure nuove, non meno che le piú antiche,
si mostrarono al fatto sempre il peggior modo che possa essere ad
effettuare qualunque rivoluzione; il peggiore quanto a moralitá, perché
non è possibile avanzarle senza quei segretumi, quelle falsitá, quelle
insidie, e quei tradimenti che sono, insomma, l’essenza delle congiure;
ed il peggiore quanto ad efficacia e buona riuscita, perché appunto
quella immoralitá fa sí, che molti non vedendola vi si mettono, ma
vedendola se ne ritraggono, e i pochi rimastivi perdono la fiducia, e
si dividono, e chi fa una cosa, chi l’altra, nulla mai di unanime o,
peggio, di grande. Ancora, in questi convegni segreti, continui, e di
uomini cosí diversi, naturalmente si parla molto, piú che non s’opera,
e si prende il vizio del parlar senza pro; si fanno progetti fondati
non sulla pratica degli affari umani, che i settari non hanno, ma sulle
teorie; non sulle possibilitá, ma sulle desiderabilitá all’infinito:
ondeché appena incominciata l’esecuzione, salta fuori l’impossibilitá,
e tronca tutto. Insomma le congiure, quantunque progredite a sètte,
rimangono il mezzo di rivoluzioni piú contrario che possa immaginarsi
a tutti i mezzi della progredita civiltá; il loro segretume, alla
pubblicitá; la loro relativa pochezza, all’universalitá dell’opinione
pubblica; i loro disegni teorici, a quella pratica di governo che
si diffonde a poco a poco nelle stesse popolazioni; ed i loro mezzi
d’eseguimento, a quella moralitá, a quella mitezza, che essa pure,
essa piú d’ogni cosa si diffonde naturalmente tra la cristianitá. — Ad
ogni modo,