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delle preponderanze straniere |
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tenner conto né de’ fatti intermedi,
né degli uomini, né degli interessi, né delle opinioni nuove; e fu
errore incommensurabile, riconosciuto ora da tutti, salvo forse pochi
sopraviventi a difendere ciò che fecero. E allora si sollevarono
l’opinione, gl’interessi popolari nazionali, contro a’ principi. E fu
naturale, fu giusto senza dubbio, ma fu infelicissimo, fu fatale questo
alienarsi di principi e popoli italiani tra sé; e fu piú fatale quando
scoppiò in congiure, che son sempre fatti immorali e pervertitori;
fatalissimo quando in sollevazioni, che son fatti impotenti contro a
governi forti, imprudenti contro a’ titubanti che fanno titubar tanto
piú; impotentissimi e imprudentissimi in faccia a uno straniero piú
interessato di gran lunga a comprimerle, che non gli stessi principi
nazionali; posciaché questi, in somma, resterebber principi, e forse
piú forti principi colle libertá cosí domandate, mentre i dominatori
stranieri san bene di non poter rimanere dominatori nostri cosí.
Questo, dico, fu un primo tempo d’errori vicendevoli di principi
contro a popoli, di popoli contro a principi; tempo fatalissimo di
divisioni, piú o meno simili alle consuete, vecchie, antiche ed
antichissime. — Ma da alcuni anni (e s’io m’ingannassi ei sarebbe non
solamente con sinceritá, ma a malgrado lo studio piú grave ond’io sia
capace), da alcuni anni sembrano indubitabili due progressi: quello
dei principi e governanti che vanno lentamente migliorando, secondo le
opinioni de’ popoli, i loro governi; quello de’ governati che vanno
lentamente smettendo le congiure e le sollevazioni contro ai principi.
Noi progrediamo da una parte e dall’altra, non parmi dubbio; ma noi
progrediamo da una parte e dall’altra molto, troppo lenti, non parmi
dubbio nemmeno. Ciascuna delle due parti vede, dice questa lentezza
dell’altra: io la dico di tutte e due; questa diversitá è tra me e
l’una o l’altra parte. Ognuna vuole che incominci l’altra ad accelerare
il buon moto. Ché non incomincia, come certo il può, ciascuna da sé?
Sembra agli uni aver tempo libero a’ miglioramenti, agli allargamenti
governativi, ad acquistarsi l’opinione universale; sembra agli altri
aver tempo libero a fare e finire congiure e rivoluzioni. Ma rimarrá
egli libero tal tempo?