artisti
migliori, Reynolds, Hogard, Mengs, Angelica Kauffmann, Vien, e David
finalmente; e continuavano i piú di questi a pur accorrere a Italia,
a Roma. Allora per la prima volta i nostri imitarono gli stranieri, e
sorsero cosí Landi [1756-1830], Appiani [1761-1817], Bassi [1776-1815],
Benvenuti e Camuccini, ed alcuni altri pittori. Ma questi imitatori
dei nostri imitatori, prendendo forse piú de’ loro vizi che di lor
qualitá, mostrarono col fatto quanto poco buona sia tal via, quanto
migliore sarebbe stato risalire direttamente agli antichi e larghi
stili italiani. Tutto diverso, piú originale, piú italiano, piú grande
fu senza dubbio Canova; e se anch’egli non andò libero d’ogni grettezza
o secchezza allor corrente, se dopo lui s’aggrandí forse lo stile della
scultura, e s’accostò a que’ monumenti del Partenone ateniese ch’ei
non conobbe se non negli ultimi anni; io crederei che sia appunto al
presente una soverchia preoccupazione di tale stile quasi unico, e che
si tenga quindi da alcuni in troppo poco conto il Canova. Ad ogni modo,
ei regnò solo nella scoltura, e sommo nelle arti italiane al tempo
suo [1747-1822]. Nell’architettura, tra il fine dell’un secolo e il
principio dell’altro non sorser guari, oltre al Cagnola [1762-1833],
grandi artisti; e per la buona ragione che, tranne l’arco di trionfo
di Milano, non furono fatti grandi monumenti; e ciò per l’altra
buona ragione che l’Italia sconvolta non aveva agio né danari a ciò.
L’architettura è, di tutte l’arti, anzi di tutte le colture, quella
che ha piú bisogno di protezione pecuniaria. — Questo poi fu il secolo
aureo della musica; fiorirono tra non pochi altri Porpora [1685-1767],
Marcello [1686-1739], Tartini [1692-1770], Durante [1693-1755], Leo
[1694-1744], Galuppi [1703-1785], Pergolese [1704-1737], Guglielmi
[1727-1804], Sacchini [1735-1786], Paesiello [1741-1816], Zingarelli
[1752-1837], Cimarosa [1754-1801], Paër [1771-1834]; famosi nomi,
superati tuttavia da quelli posteriori di Rossini e Bellini; stupenda
lista della piú piccola fra le grandezze nazionali. Ma cosí va il
mondo: si producono gli uomini come le merci, in proporzione della
richiesta, del bisogno, del mercato. Finché la richiesta fu di
musica, e il piú bel giorno d’ogni cittá d’Italia era la prima