E qui poi di nuovo
abbiamo a dir insufficiente l’opera degli scrittori settecentisti,
posciaché non apparecchiarono se non ciò che vedemmo di politica e
guerra italiane. Ma qui pure abbiamo ad ogni modo a lodare e forse
a invidiare l’opera di quegli ultimi avi e padri nostri. — Risorsero
nel secolo decimottavo tutte le colture italiane indubitabilmente.
E due cause, due motori ne appariscono: l’indipendenza accresciuta
addentro, e l’impulso venutoci dal resto d’Europa, della cristianitá;
o piuttosto le due cause si congiunsero in ciò, che la caduta della
signoria spagnuola fin da’ primi anni del secolo ci diede occasioni di
ricever gli impulsi della politica e della coltura universali. Tale
è, per dono di Dio, la costituzione della cristianitá, che avendo
essa (anche la parte errante di lei) un solo Dio, un solo vangelo,
una sola virtú, ella non può avere se non una sola coltura, o, se si
voglia, parecchie colture somigliantissime; e che, chi si sforza di
tenerle disgiunte, o, peggio, nemiche, farebbe opera empia se non la
facesse vanissima; e che, a malgrado di costoro, le colture nazionali
diventano di secolo in secolo men diverse, piú simili, piú identiche,
piú una. Cosí fu fin da’ primi secoli della cristianitá: meravigliosa
è l’unitá della coltura de’ padri greci e latini; meravigliosa quella
degli stessi secoli barbari e scolastici. La coltura italiana,
innalzandosi di gran lunga sopra l’altre, rimase in ciò per quattro
secoli diversa dall’altre senza dubbio; ma questa quasi esclusivitá fu
propria dell’etá del risorgimento e non si può riprodurre. Giá vedemmo
che nel secolo decimosesto e nel decimosettimo la coltura italiana
si comunicò, si diffuse nelle tre colture, spagnuola, francese,
inglese: e fin dal principio del secolo decimottavo incominciarono
tutte queste a rifluire sull’Italia. Ed influí poi, benché piú tardi e
meno, la coltura tedesca, non sorta essa se non molto indirettamente
e parzialmente dall’italiana, non sorta se non alla metá di questo
secolo decimottavo, con Lessing, Moeser, Winckelman, Eulero, Kant,
Wieland, Goethe, Schiller. L’unitá della coltura cristiana si mantenne
dunque, si manterrebbe anche senza la stampa; ma, sorto, come pur
volle Iddio, questo potentissimo, questo umanamente invincibile mezzo
di unitá, ella s’unificò e s’unifica sempre