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delle preponderanze straniere |
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e poi vinta da sé una bella e gran
battaglia a Raab [14 giugno]. Quindi si vede, quanto sia pur vero che
vi fosser consolazioni alla servitú di que’ tempi. E allora e poi non
poche divisioni italiane, non pochi capitani nostri s’illustrarono
nelle guerre di Spagna: ma questi combatteron per far compagna nella
servitú una generosa nazione; e perciò non contiamo tali glorie come
fortune. — Lí da Vienna poi Napoleone consumava quell’usurpazione di
Roma, che fu la piú leggiera al profitto, la piú grave allo scandalo,
e forse al danno, di quante avesse fatte. Un decreto imperiale [17
maggio] riuniva Roma e il resto dello Stato a Francia. E ai 10 giugno
era proclamata a Roma quella stolta riunione da Miollis e da una
Consulta governativa composta di francesi ed italiani. Al qual fatto
giugnendo, domandò licenza di notare che ad uno di questi, educato da
un padre d’incomparabil virtú e precision di principi, la colpa fu
tanto piú grave che ei vi ripugnava, e cedeva; non iscusata ma scemata
forse dall’etá sua di diciannov’anni, da lui messa a profitto ad ogni
modo coll’imparar lá a resistere per l’avvenire. Imperciocché fu
ammirabile la resistenza di quei preti disprezzati; fu la sola bella
e grande nell’Italia di quegli anni. Una scomunica fu affissa il dí
appresso in tutta Roma, a malgrado le truppe, il governo, la polizia
che l’occupavano; e quindi si sparse in Francia e tutta Europa; e se
non fece certamente l’effetto delle scomuniche del medio evo, scemò
pur molto in Italia e Francia e Spagna gli aderenti a Napoleone, fu il
sassolino gettato al piè dell’idolo universale. E fu portato poi via
il papa [6 luglio 1809] da un general di gendarmi a Toscana, e di lá
fatto errare a Francia, a Savona, a Fontainebleau; mentre succedevansi
in Roma co’ poteri di lui i vicari pontefici, e portato via l’uno,
scoprivasene uno nuovo; e portavansi via cardinali e prelati, niuno
cedente, finché se ne stancò la polizia francese; che non credo sia
stato dato mai un esempio cosí unanime e costante di quel coraggio
civile o disarmato, che piú d’ogni altro forse tira a sé l’opinione
degli uomini, e la toglie agli opprimenti. — Ma, come succede, non se
n’avvedeva l’oppressore principale tra’ successi crescenti. Passato
il Danubio,