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delle preponderanze straniere |
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che non è paragone tra l’indipendenza e tutti
gli altri temporali doni di Dio; finché l’idea e la passione della
indipendenza non ispengano le altre idee o passioni nazionali, il
giorno dell’indipendenza non sará venuto. Misere cose sono la mente,
il cuore umano; di rado potenti, quand’anche concentrano lor forze;
impotentissime sempre quando le distraggono, quando femminilmente,
fanciullescamente, od anzi animalmente, corron qua o lá dietro a
questa o quell’idea o passione. — Ma pensino i principi, che pur
troppo sovente e dappertutto, e massimamente in Italia, si fanno di
queste terribili fanciullaggini od animalitá; e per amore, se non di
noi, di loro stessi, non vi si espongano. — Nel 1740, ai 31 maggio,
morí Federigo Guglielmo re di Prussia, e gli successe il figliuol
suo Federigo II, detto «il grande»; e morí, ai 20 ottobre, Carlo VI
imperatore, e gli successero negli Stati, Maria Teresa, sua figlia,
e Francesco di Lorena. Ma a malgrado la prammatica fatta per tal
successione da Carlo VI, e riconosciuta poi nei trattati successivi da
quasi tutti i principi d’Europa, sollevaronsi allora parecchi; Federigo
coll’armi, prendendo subito Silesia [dicembre]; gli altri, colle
trattative ed alleanze. Una ne fu fatta a Nymphemburg [18 maggio 1741]
tra Francia, Baviera e Spagna, a cui poscia s’accostarono Prussia,
Sassonia e re Carlo di Sardegna. L’esercito gallo-bavaro penetrò in
Boemia ed Austria [novembre]; l’elettor di Baviera fu proclamato re
di Boemia; e in breve imperator Carlo VII [24 gennaio 1742]. Austria
era agli ultimi; fu salva dal generoso amore de’ magiari alla giovine,
bella e virtuosa Maria Teresa, dall’alleanza antica di sua casa con
Inghilterra, e dal trattato da lei conchiuso [1º febbraio 1742] con
re Carlo di Sardegna. Fu detto allora di semplice neutralitá, ma in
breve di vera alleanza. Può, deve far meraviglia questo accostarsi
di casa Savoia a casa d’Austria in tale occasione, che sembra essere
stata la migliore da molti secoli, di cacciar questa di Lombardia e
d’Italia. Ma il fatto sta, che Francia e Spagna sembrano aver voluto
allora dar Lombardia non a re Carlo di Sardegna, ma insieme con
Parma e Piacenza a don Filippo di Spagna, fratello secondo del re
giá spagnuolo di