uno di
que’ buoni cavalieri, l’inventor del motto, si vantava di portar que’
lacci. Morí Amedeo V in Avignone, dov’era andato a promuovere una nuova
crociata presso ad uno di que’ papi infingardi [1323]. — Seguendo separati i
due rami di Savoia e di Piemonte o Acaia, questi, che non aveano ad
attendere al di lá dell’Alpi, attesero tanto piú al Piemonte, e vi
s’ingrandirono tra’ nuovi marchesi di Monferrato, e gli antichi di Saluzzo,
e gli Angioini, e le cittá guelfe e ghibelline, e i tirannucci e i
condottieri; mentre i cugini di Savoia li aiutavano all’occasione. Fra’
Savoiardi fu di nuovo cavaliero splendidissimo in fatti di guerra e di pace
Amedeo VI, detto il conte Verde dal colore (secondo quegli usi)
costantemente da lui usato. In Piemonte guerreggiò e s’aggrandí; e
guerreggiò contro a’ Visconti parenti suoi, per difender due pupilli di
Monferrato; e guerreggiò in Puglia, e in Oriente; assisté al ritorno de’
papi in Roma; arbitrò e conchiuse la pace di Torino dopo la guerra di
Chioggia tra Genova e Venezia. Una volta, accogliendo a sua corte Carlo IV
imperadore, e ricevendone l’investitura de’ suoi Stati, e rompendosi,
secondo l’uso barbaro-imperiale, gli stendardi e gli stemmi al vassallo
prima d’investirlo, egli afferrando il suo della croce bianca, nol patí; e
cosí in modo cavalleresco e politico insieme protestò della indipendenza
(fosse di diritto o di fatto) di casa Savoia. Governò, risplendette
quarantanove anni [1334-1383]. — Succedettegli Amedeo VII, detto il conte
Rosso; il quale pure guerreggiò, torneò in casa, e fuori, e aggiunse a’
suoi Stati Nizza e quella bella contea, squarcio di Provenza, datagli da
quei cittadini, concedutagli da re Ladislao per non poterla difendere esso
da Luigi d’Angiò, e lasciatagli prender da questo non meno impotente
quantunque vicino. Morí dopo otto anni di signoria [1391]. — E successegli,
fanciullo, Amedeo VIII tutto diverso de’ predecessori; giá non piú gran
cavaliero, ma uomo politico, prudente insieme ed ardito, riunitore ed
ampliator dello Stato, se non incolpevole, certo lontanissimo dalle infamie
de’ Visconti e degli altri tirannucci contemporanei; ordinator poi e
legislatore, e che cosí, cioè secondando i tempi senza prenderne i vizi, fu
fondator nuovo della sua robusta