d’ognuno. Questi accrescimenti delle
personalitá non sono altro, insomma, se non dissoluzioni dello Stato;
il quale (sia in bene o in male) può tanto meno, quanto piú vi può
ogni persona staccata. Questi accrescimenti di personalitá possono
esser buoni (fino a un certo segno) alle lettere, alle arti, e tali
furono ne’ nostri secoli decimoquarto, decimoquinto e decimosesto; ma
chi non ponga le lettere e l’arti sopra allo Stato, la coltura sopra
alla civiltá, lo splendore d’una nazione sopra alla forza e
all’indipendenza di lei, non potrá se non deplorare queste come che si
dicano esaltazioni di personalitá, o dispersioni di potenze, di quelle
potenze italiane giá cosí scandalosamente moltiplici all’epoca a che
siam giunti, piú moltiplicate che mai per l’invenzione delle compagnie
e de’ condottieri. E mi si conceda ripeterlo qui: anche a me, come a
chicchessia naturalmente, piacerebbe il dar lodi ai maggiori, il
compiacerne i contemporanei; anche a me dorrá esser accusato di
annerire o menomare la storia di questi secoli nostri, che si chiaman
repubblicani e gloriosi. Ma io cedo a quel desiderio maggiore che s’è
fatto in me quasi passione a un tempo e dovere, di cercare quanto piú
io sappia sinceramente, e di svelare quanto io piú possa compiutamente
tutta quella serie di errori ch’io veggo; che han dovuto essere pur
troppo piú numerosi e piú gravi nella nostra nazione, che nell’altre
contemporanee; posciaché queste uscirono di tali secoli con
quell’unitá, quella nazionalitá e quell’indipendenza che noi non
abbiamo. Le disgrazie d’ogni creatura naturalmente debole, donne o
fanciulli, sono per lo piú indipendenti da’ fatti loro, e perciò si
commiserano da ogn’anima ben nata; le disgrazie degli uomini
naturalmente piú potenti sono giá men sovente incolpevoli, e si scusan
tanto meno, quanto piú essi sono potenti; ma le disgrazie delle
nazioni, — le quali insomma, nel complesso di tutte le classi e di
tutte le generazioni, sono, in natura, tutte potenti, — le disgrazie,
le miserie delle nazioni non possono essere mai indipendenti da’ fatti
loro, non possono essere incolpevoli, non sono pienamente scusabili
mai. Tutt’al piú, è scusabile una generazione a spese d’una o
parecchie altre. Ma, data una gran nazione che non abbia
l’indipendenza,