Pagina:Balbo, Cesare – Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni, Vol. I, 1913 – BEIC 1740806.djvu/218

212 libro sesto

di tanti nuovi guai all’Italia. — Nel 1187, fu presa Gerusalemme da Saladino. Urbano III (successore giá ad Alessandro III morto nel 1181, e a Lucio morto nel 1185) ne morí, dicono, di dolore; e succedettero Gregorio VIII per un mese, e poi Clemente III, che concitò la cristianitá al gran riacquisto. Ne seguirono paci in tutta quella; in Italia stessa pacificaronsi, guerreggiarono concordi in Oriente, le emule Genova e Pisa: e Federigo I, presa la croce, per Ungheria e Bulgaria [1189] passò in Asia; conquistò Icona, e morí poi bagnandosi in un ruscello [1190]. Rendiamo onore a’ nostri avversari; fu uno de’ piú nobili, ed ultimamente de’ piú generosi che abbiamo avuto mai. Del resto, fu anch’egli uno di coloro che sprecarono le forze, la grandezza contro all’onnipotenza dell’opinione pubblica, del secolo. — Successegli Arrigo VI suo figlio, erede giá di Guglielmo II testé morto. Ma Tancredi, figlio naturale di Ruggeri, toglievagli il bel retaggio facendosi re. Quindi s’apre la guerra; Genova e Pisa armano per Arrigo; questi scende, ed è incoronato in Roma [1190] da papa Celestino testé succeduto. Poi muove contro a Tancredi, ma è respinto e risale a Germania, componendo per via una delle molte guerre che giá ferveano di nuovo tra cittá e cittá e signori in Lombardia. — Muore poi [1194] Tancredi; e allora Arrigo ridiscende, è riconosciuto re senza contrasto di qua e di lá dal faro; ma tiranneggia, spoglia i nuovi sudditi e fa piú che mai odioso il nome tedesco a quelli, a tutti gl’italiani, e a sua moglie stessa che dicono congiurasse contra lui. — Risalí nel 1195, ridiscese nel 1196, e morí a Messina nel 1197; lasciando lí regina Costanza, e giá incoronato re di Germania, d’Italia e di Sicilia il lor figliuolo di tre anni, Federigo II che fu poi miglior del padre, degno dell’avo.

14. Filippo e Ottone [1198-1218]. — Morirono poco appresso Celestino III, a cui succedette [1198] Innocenzo III, un nuovo gran papa, e Costanza che lasciò a questo la tutela del figlio, forse perché la gran donna sentiva che egli era natural avversario, e volle sforzarlo a farsi cosí difensor del figliuolo fanciullo. Né le fallí il pensiero; i grandi animi s’intendono. Innocenzo III, esagerato forse nell’esercizio dell’autoritá pontificale