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sezione seconda 27

ha avuto luogo convenientemente, e se l’istruttore sarà anche un conoscitore esperto, vedrà come il eavallo dopo l’azione medesima fissa gli occhi sopra di lui, tende da quella parte le orecchie, e gli rivolge tutta la sua attenzione. 11 cavallo reso così attento è indicato nella Fig. 4.

§ 24.

Dare ad intendere al cavallo, ovvero farsi intendere, è di molta importanza, ed indispensabile in ogni occasione. Se l’istruttore guarda continuamente negli occhi del cavallo, riconoscerà facilmente quando egli ha risoluzione di mordere, zampare o trar calci. In tal momento l’istruttore deve far conoscere il suo malcontento, con gridi, con minaccie colla mano destra, e collo scuotere la redine del cavezzone, siccome lo accenna la Fig. 4; e frastornare così le maligne intenzioni del cavallo. Se l’ajutante, per esempio; vuol rialzare il piede del cavallo, e questo mostra di far resistenza, rimane allora sul punto di rivolgere l’attenzione all’ajutante medesimo, come è espresso nella Fig. 4. L’istruttore dà a divedere ciò al cavallo medesimo, e lo previene coi mezzi suaccennati. Così gli fa conoscere che tale non è il suo desiderio, e che non deve ritirare il piede dalle mani dell’ajutante.

§ 25.

Quando il cavallo ha ben inteso l’istruttore, e gli si arrende, questi deve cambiare lo sguardo suo fisso in affettuoso, il suo aspetto minacciante in sereno, e la forte sua voce in voce mite di lode. Se il ca-