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1. fino a quel giorno, presero partito per i prussiani e per la reazione contro la Francia. Si sarebbe potuto spronarli alla Rivoluzione; in un opuscolo che molti hanno letto, intitolato: "Lettere ad un Francese„, ho esposto i mezzi che sarebbe stato necessario impiegare per trascinarli alla Rivoluzione. Ma per farlo occorreva innanzi tutto che le città si fossero ribellate ed organizzate rivoluzionariamente. Questo gli operai l’anno voluto; e in molte città della Francia meridionale, a Lione, a Marsiglia, Montpellier, Saint-Etienne, Tolosa hanno anche tentato di farlo. Ma ovunque essi furono impediti e paralizzati dai radicali borghesi in nome della Repubblica, che i borghesi in nome di questa stessa Repubblica, che i borghesi diventati repubblicani solo per timore di popolo, e Gambetta, e quel vecchio peccatore di Jules Favre, e Thiers la volpe infame, e tutti i Picard, i Ferry, i Jules Simon, i Pelletan e tanti e tanti altri, è proprio in nome della Repubblica che hanno assassinato la Repubblica e la Francia.

La borghesia è stata giudicata. Essa che è la classe più ricca e più numerosa della Francia, — ove beninteso non si consideri la massa del popolo, — avrebbe ben potuto se lo avesse voluto, salvare la Francia. Ma per fare questo avrebbe dovuto sacrificare il proprio denaro, e la vita, ed avrebbe dovuto confidarsi con franchezza al proletariato come avevano fatto i loro antenati, i borghesi del 1793. Ma essa volle sacrificare il proprio danaro ancora meno della propria vita, e preferì che la Francia venisse conquistata dai Prussiani piuttosto che vederla salvata da una Rivoluzione di popolo.

La questione tra gli operai delle città e la borghesia venne posta in termini ben chiari. Gli operai dissero: Noi faremo piuttosto saltare le nostre case, che vedere le nostre città in mano ai Prussiani. E i borghesi risposero: Noi apriremo piuttosto le porte delle nostre città ai Prussiani pur di non permettervi di fare disordini pubblici; noi le