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i medii o i piccoli fabbricanti; e vendendo a minor prezzo obbliga anche i piccoli ed i medii fabbricanti ad abbassare i loro prezzi, perchè altrimenti i loro prodotti non verrebbero acquistati. E poiché la produzione di uno stesso prodotto viene a costare a questi molto di più che non ai grandi fabbricanti, vendendo allo stesso prezzo del grande fabbricante essi si rovinano. Avviene così che i grandi capitali uccidono i piccoli capitali, e alla loro volta i grandi capitali vengono uccisi se ne incontrano dei più grandi di loro.

E questo è così vero, che oggi i grandi capitali hanno tendenza ad associarsi per costruire dei capitali mostruosamente potenti. Lo sfruttamento commerciale ed industriale per mezzo delle società anonime, comincia oggi a sostituire nei paesi maggiormente industriali, in Inghilterra, nel Belgio, nella Francia lo sfruttamento operaio dai grandi capitali isolati. E a mano a mano cresce la civiltà e la ricchezza nazionale dei paesi più progrediti, a mano a mano aumenta la ricchezza dei grandi capitalisti, ma ne diminuisce il numero.

Una quantità di medii borghesi si vede spinta tra la piccola borghesia, e molti, moltissimi piccoli borghesi si vedono spinti inesorabilmente nel proletariato, nella miseria.

E’ un fatto incontestabile, comprovato dalle statistiche di tutti i paesi e dalla dimostrazione la più rigorosamente matematica. Nell’organizzazione economica della società attuale, è legge inesorabile, questo impoverimento graduale della grande massa della borghesia a beneficio di un numero ristretto di grandi capitalisti; e contro di essa non v’è altro rimedio che la Rivoluzione, sociale. Se la piccola borghesia fosse sufficentemente intelligente e avesse abbastanza buon senso per capirlo, da molto tempo si sarebbe associata al proletariato per poter compiere questa Rivoluzione. Ma la piccola borghesia è generalmente molto bestia; la sua stupida vanità ed il suo egoi-