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dendogli merci adulterate; che ha tutta l’ignoranza del popolo senza averne la bontà di cuore; che ha tutta la vanità borghese senza avere le saccocce piene; vile durante le rivoluzioni diventa feroce durante le reazioni. Per essa non esistono tutte le grandi idee che fanno palpitare il cuore delle masse, tutti i grandi principii, tutti i grandi interessi dell’umanità. E non conosce nemmeno il patriottismo, oppure ne conosce solo la vanità e le fanfaronate.

Nessun sentimento è capace di strapparla alle preoccupazioni del suo commercio, e ai miserabili crucci di ogni giorno. Tutti infatti hanno saputo, ed uomini di ogni partito han confermato, che durante il terribile assedio di Parigi, — mentre il popolo combatteva e la classe dei ricchi faceva intrighi e preparava il tradimento che doveva mettere Parigi in mano ai Prussiani, mentre il proletariato generoso e le donne e i figli del popolo erano affamati, — i bottegai hanno avuto un solo pensiero, quello di vendere le loro merci, le loro derrate, e gli oggetti indispensabili al sostentamento del popolo, al prezzo il più alto possibile.

In tutta la Francia i bottegai hanno fatto lo stesso. Nelle città che i Prussiani hanno invaso essi hanno aperto le porte. Nelle città che non furono invase essi si prepararono per aprirle. Essi paralizzarono la difesa nazionale, e dovunque fu loro possibile, essi si opposero all’insurrezione ed all’armamento del popolo che solo avrebbe potuto salvare la Francia. I bottegai nelle città, alla stessa stregua dei contadini nelle campagne, formano oggi l’esercito della reazione. I contadini potranno e dovranno essere convertiti alla Rivoluzione, ma i bottegai mai.

Durante la grande Rivoluzione, la borghesia si era divisa in due gruppi; di questi uno, piccola minoranza, era la borghesia rivoluzionaria più nota col nome generico di Giacobini. Non bisogna confonderli con quelli di oggi, i Giacobini del 1793. Quelli di oggi non sono che pallidi