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rale, gli uomini sono presso a poco eguali, e le doti ed i difetti quasi si compensano in ciascuno. Sono due sole le eccezioni a questa legge dell’eguaglianza generale: gli uomini di genio e gli idioti. Ma le eccezioni non fanno la regola, e in generale possiamo dire che tutti gli individui umani si equivalgono, e che se esistono differenze grandissime tra gli individui nella società odierna, esse sono sorte dall’ineguaglianze spaventose di educazione e di istruzione e non naturalmente.
Il fanciullo dotato delle più belle attitudini, ma nato in famiglia povera, in una famiglia di lavoratori che vivono giorno per giorno del loro rude lavoro, si vede condannato all’ignoranza che, ben lungi dallo svilupparle, uccide le sue facoltà naturali: egli sarà operaio o bracciante, e sarà colui che manterrà e nutrirà per forza i borghesi che per natura sono forse più bestie di lui. Il figlio del borghese invece, il fanciullo del ricco, per quanto sia nato bestia, riceverà l’educazione e l’istruzione necessarie per sviluppare il più possibile le sue facoltà; egli sarà uno sfruttatore del lavoro altrui, il maestro, il legislatore, il governante, — un signore infine. E per quanto possa essere bestia, egli farà leggi a favore del popolo e contro il popolo, e governerà le masse popolari.
Si dirà che in uno stato democratico il popolo sceglierà solo i buoni. — Ma come farà per riconoscere i buoni? Egli non ha l’istruzione necessaria per poter giudicare del buono e del cattivo, né ha il tempo necessario per imparare a conoscere gli uomini dei quali gli viene proposta l’elezione. Inoltre questi uomini vivono in una società diversa dalla sua; quando è il momento delle elezioni ecco che essi vengono ad inchinarsi a Sua Maestà il popolo sovrano; ma una volta eletti fanno ben presto a voltargli le spalle. E d’altronde per il fatto stesso che appartengono alla classe privilegiata, alla classe che sfrutta, per quanto siano eccellenti come padri di famiglia e come membri della loro classe, essi saranno sem-