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basi economiche della società, che sono state sempre la origine e il fondamento primo di tutte le ingiustizie politiche e sociali, e di tutte le assurdità presenti e passate. Essa aveva proclamata il diritto di ognuno e di tutti di essere liberi. Ma essa aveva dato solo ai proprietari, ai capitalisti ed ai ricchi i mezzi di realizzare questa libertà e di goderla.

“La pauvretè, c’est l’esclavage„ Ecco le parole terribili che con la sua voce simpatica che viene dall’esperienza e dal cuore, l’amico Clemente ci ha già ripetuto più volte da quando ho il piacere di essere tra voi, cari compagni ed amici. Sì, povertà significa proprio schiavitù; significa la necessità di vendere il proprio lavoro e col lavoro la propria persona al capitalista che vi dà la possibilità di non morire di fame. E bisogna davvero aver l’animo interessato a mentire come lor signori i borghesi, per osare parlare di libertà politica per le masse operaie. Bella libertà, che le sottomette ai capricci del capitale e che con la fame le incatena alla volontà del capitalista. Non è certo necessario cari amici, che io provi a voi, a cui una lunga dura esperienza ha insegnato a conoscere le miserie del lavoro, come fino a che il capitale resterà da una parte e il lavoro dall’altra, il lavoro sarà schiavo del capitale e i lavoratori resteranno i sudditi di lor signori i borghesi, che quasi per deridervi vi danno tutti i diritti politici, tutte le apparenze della libertà, per conservare invece ed esclusivamente per loro la realtà.

Il diritto alla libertà senza i mezzi per realizzarla è solo una chimera. E noi l’amiamo troppo la libertà, è vero? per contentarci di una chimera. Noi ne vogliamo la realtà. Ma cosa è mai che costituisce il fondamento reale, e la condizione positiva della libertà? E’ che ognuna possa sviluppare completamente e godere appieno di tutte le facoltà corporali, intellettuali e morali. E per conseguenza sono tutti i mezzi materiali necessari all’esistenza umana di ognuno; e inoltre l’educazione e l’istruzione.