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però, per essere divenuti servitori dello Stato, erano naturalmente divenuti predoni e briganti riconosciuti. E in principio parve quasi contenta, la classe media, di essere passata dalle ladrerie feudali a quelle più regolari e sistematiche dello Stato. E in origine questo mutamento fu un vero sollievo per la sua situazione economica e sociale. Ma il proverbio dice che l’appetito vien mangiando. In principio abbastanza modeste, le imposte degli Stati cominciarono ad aumentare ogni anno, in proporzioni sempre più inquietanti, non però così enormi come quelle degli odierni Stati monarchici. La guerra quasi continua che col pretesto di un equilibrio internazionale, questi Stati divenuti assoluti, si fecero da dopo la Riforma sino alla Rivoluzione del 1789; il bisogno di mantenere degli eserciti permanenti grandissimi, dai quali principalmente dipendeva la salvezza dello Stato; il lusso ognora crescente delle corti dei sovrani, trasformate in luoghi di orgia continua, nelle quali andavano a mendicare pensioni la canaglia nobilitata e il servitorame titolato e gallonato; la necessità infine, di nutrire l’enorme folla di privilegiati che occupava le più alte cariche dell’esercito, della burocrazia e della polizia, tutto ciò richiese spese enormi.

E naturalmente, in principio, queste spese furono sostenute dal popolo ed anche dalla classe borghese, che proprio come il popolo, e fino alla Rivoluzione, fu solo considerata come una vacca da latte con missione di mantenere insieme al sovrano anche la folla tutta, dei funzionari privilegiati. Inoltre con la Riforma la classe media aveva finito col perdere in libertà quasi il doppio di quanto aveva acquistato in sicurezza. Prima della Riforma, era stata generalmente l’alleata e l’appoggio indispensabile ai re nella loro lotta contro la Chiesa e contro i signorotti feudali; e di questa sua posizione aveva abilmente approfittato per conquistare un certo grado di indipendenza e di libertà. Ma quando la Chiesa