Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/83


— 77 —

— Alberto, — disse la mamma; — Guido è venuto a star qualche tempo con noi; ma però non desidero che passiate tutto il giorno a fare i balocchi o a dir delle sciocchezze; avrei caro che vi metteste a legger qualche libro istruttivo, oppure a studiare un pochino; così le ore vi parranno meno lunghe e riprenderete con più piacere i trastulli e i giuochi; dico bene? ―

Alberto rispose con un sorriso un tantino sforzato; ma Guido, accarezzando le mani della signora, disse:

― Lei ha mille ragioni, cara signora Clotilde; ma che vuole? Alberto ed io ci annoieremo a studiar soli; senta; lei che è così buona e garbata, non potrebbe star con noi, qui, a questo bel solicino, e raccontarci qualche cosa di bello? Vede? Il mio maestro mi ha dato da fare, per le prossime vacanze, una specie di studio sopra alcuni di questi graziosi abitatori dell’aria (e indicò gli uccelletti); devo parlar delle loro abitudini, de’ loro istinti e di molte altre particolarità; questa lezione, a dirgliela schietta, mi pare un po’ difficile; e per quanto le mie sorelline maggiori abbian messo a mia disposizione tutti i loro libri, prevedo che non ne uscirò con onore. Vuol farmi un piacere? Mi racconti qualcosa in proposito; scommetto che imparerò cento volte più da lei, che è tanto istruita, che da tutti i libri di questo mondo....

― Ah Guido, Guido! Queste cose non si dicono....

― Eppoi, ora che me ne ricordo, il signor Maestro ci ha proibito di guardarli, i libri; avrà paura che si copj; dunque mi vuol contentare, signora Clotilde? ―